Ci ha lasciato Mario Zagallo, morto a 92 anni. Vinse con il Brasile il Mondiale sia da calciatore che da allenatore diventando una vera e propria leggenda del calcio.

Addio Marzio Zagallo, morto il campione del Mondo

Si è spento nella notte Mario Zagallo, aveva 92 anni. Il campione del Mondo vinse con il Brasile sia da giocatore che da allenatore diventando una leggenda del calcio. Nelle prime ore del mattino è arrivata la conferma da parte della famiglia.

Famiglia che ha voluto diramare la notizia tramite il profilo stesso del calciatore e dove ha salutato Zagallo con parole di grande affetto:

“È con grande tristezza che vi informiamo della scomparsa del nostro eterno quattro volte campione del mondo Mario Jorge Lobo Zagallo. Un padre devoto, un nonno amorevole, un suocero affettuoso, un amico fedele, un professionista di successo e un grande essere umano. Idolo gigante. Un patriota che ci lascia un’eredità di grandi conquiste. Ringraziamo Dio per il tempo che abbiamo potuto trascorrere con voi e chiediamo al Padre di trovare conforto nei bei ricordi e nel grande esempio che ci lasciate”.

Un triste messaggio che sottolinea non soltanto quanto Mario fosse seguito da una famiglia unita ma anche che fosse amato e rispettato per la grandiosità che aveva compiuto in campo. Quasi una lettera d’amore in cui si elencano le tante qualità umane del campione e in cui, infine, si auspica che possa lasciare un ricordo positivo.

Negli ultimi tempi Zagallo soffriva parecchio a causa delle diverse infezioni che aveva accumulato e che lo avevano portato a ricoveri continui. Ancora nessuna notizia dei funerali che si terranno prossimamente per onorare la sua figura. Intanto a nazionale brasiliana ha indotto un lutto di 7 giorni per il campione brasiliano così da commemorare nel modo giusto la figura di Zagallo.

Una vita predestinata quella del campione brasiliano

Nato il 9 agosto 1931 a Maceió, uno stato del nordest brasiliano, si trasferì ancora piccolo a Rio dove iniziò a muovere i suoi primi passi da calciatore. Partecipò al suo primo mondiale da giocatore nel ’58 in Svezia, quando anche il Brasile vinse il suo primo Mondiale della storia: in squadra con lui c’era un certo Pelé, con cui poi giocò e vinse anche altri trofei in un periodo d’oro per la nazionale brasiliana.

Fu soprannominato la “Formichina” per il suo fisico esile e per la sua piccola statura che, poi, divenne uno dei suoi principali punti di forza. Iniziò la sua carriera nel ’48 quando si unì nelle fila dell’America de Rio de Janeiro, una piccola parentesi che gli servì per spiccare il volo e approdare poi nel Flamengo per ben 8 stagioni, e poi nel Botafogo per altre 7.

La seconda vittoria nel Mondiale la raggiunse sempre da giocatore nel ’62, quando si giocò la coppa del Mondo in Cile. Nel ’70, invece, Zagallo era già diventato allenatore da qualche anno e aveva preso l’incarico di Ct della nazionale brasiliana quando vinse in Messico. La sua carriera in panchina iniziò nel ’66 quando iniziò ad allenare le giovanili del Botafogo, squadra con cui aveva concluso da giocatore.

Nel ’94, però, non fu lui il Ct del Brasile: fu chiamato personalmente da Carlos Alberto Parreira che lo volle al suo fianco per i Mondiali negli Stati Uniti d’America. Zagallo, così, accetto il ruolo di assistente di Carlos portando la nazionale brasiliana ancora una volta alla vittoria.

Fu ancora allenatore nel ’98 ma gli oroverdi non riuscirono a superare la Francia e perserò l’occasione di vincere il 5° titolo, Mondiale che poi è arrivato quattro anni dopo, nel 2002, nel torneo organizzato in Corea del Sud-Giappone.