È stato ritrovato morto nella sua cella nel carcere di Poggioreale a Napoli, ieri mattina 5 gennaio 2024, un pregiudicato di 32 anni, originario di Secondigliano. A una prima ispezione, il cadavere mostra segni di violenza. Le autorità stanno indagando per omicidio, anche se non si esclude alcuna pista. Si attende l’esame dell’autopsia che, forse, potrà fornire qualche risposta.
Napoli: segni di violenza sul corpo del detenuto morto in cella a Poggioreale
Shock nel carcere di Poggioreale a Napoli, dove un detenuto di 32 anni, residente a Secondigliano, è stato ritrovato morto nella sua cella. La scoperta risale a ieri mattina, 5 gennaio. Sul posto il magistrato e il medico legale che ha effettuato una prima analisi. Sul cadavere sono evidenti alcuni segni di violenza.
Gli agenti della penitenziaria non escludono alcuna pista. Le indagini sono ancora in corso per chiarire la dinamica e i moventi, ma si indaga per un possibile omicidio. L’ipotesi è di un regolamento di conti all’interno del carcere.
Il sindacato Spp ha denunciato nelle ultime ore l’accaduto, mentre il garante dei detenuti campani, Samuele Ciambriello, ha dichiarato che nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia e gli esami tossicologici, per non escludere nessuna pista. Il segretario generale Sindacato polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha dichiarato:
Se come si sospetta il 32enne trovato morto a Poggioreale è stato ucciso, sarebbe il quarto omicidio in un anno a dimostrazione che il sistema penitenziario è al collasso. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono. Non sono un caso le due sommosse in due giorni ad Agrigento e a Santa Maria Capua Vetere
Servirebbe un avvicendamento del sottosegretario alla Giustizia Del Mastro con una persona che tecnicamente conosce il carcere e abbia voglia di migliorarlo e lavorarci adeguatamente.
La crisi delle carceri italiane
Una tragedia che rinfiamma le polemiche sul sovraffollamento, sul trattamento disumano e sulla scarsa vigilanza nelle carceri italiane. Non sono rari, infatti gli episodi di ritrovamenti di detenuti morti nelle loro celle o di atti illeciti.
Una crisi che rischia di diventare esplosiva in tutta Italia. Due giorni fa, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere a Caserta circa 250 detenuti hanno dato avvio a una rivolta vandalizzando il reparto Volturno. Dopo la rivolta, il segretario generale della UilPa polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, aveva, a suo tempo, lanciato l’allarme:
Bisogna passare ai provvedimenti concreti. Servono subito un decreto carceri che affronti l’emergenza deflazionando la densità detentiva e rinforzando tangibilmente gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18mila unità, e un progetto di riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, con anche la reingegnerizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. La situazione nelle carceri del Paese continua a essere esplosiva.