Per le partite Iva, la giornata di martedì 16 gennaio 2024 rappresenta la data di scadenza per il pagamento del secondo acconto, sia che si versi tutto in un’unica soluzione, sia che si paghi la prima delle cinque rate previste per il nuovo anno. Il versamento, in via eccezionale, ha ottenuto una proroga rispetto alla consueta scadenza del 30 novembre.
Ammessi al pagamento saranno le persone fisiche, titolari di partita Iva, con un volume di compensi e di ricavi non eccedente l’importo di 170.000 euro. L’amministrazione tributaria prevede un gettito totale di 2,5 miliardi di euro per un complessivo di 3,5 milioni di soggetti ammessi alla rateizzazione del 2024, tra ditte individuali, partite Iva e liberi professionisti.
Partite Iva, pagamento secondo acconto: scadenza 16 gennaio 2024
Per i lavoratori con partita Iva la data del 16 gennaio 2024 rappresenta il giorno di scadenza per il versamento del secondo acconto delle imposte, sia che si paghi tutto in un’unica soluzione, sia che si versi l’importo della prima delle cinque rate previste.
La scadenza assume importanza considerando che si tratta della prima volta in cui il secondo acconto delle imposte viene posticipato a dopo il termine dell’annualità fiscale di riferimento. Il pagamento perde, dunque, le vesti di acconto, anche perché il decreto “Anticipi” prevede il versamento in cinque rate mensili.
La prima delle rate deve essere pagata entro il 16 gennaio 2024, mentre le altre quattro rate (fino a quella di maggio 2024) devono essere versate sempre entro il giorno 16 del mese. Sul pagamento delle mensilità devono essere aggiunti gli interessi dello 0,33 per cento per ogni mese. Inoltre, le partite Iva possono avvalersi anche della possibilità di effettuare il pagamento secondo quanto prevede il metodo previsionale, ovvero parametrando l’importo di quanto dovuto a titolo di acconto di imposta per l’anno 2023, cristallizzando il relativo reddito e quantificando le imposte dovute.
Secondo acconto 14 gennaio 2024, chi può ricorrere al pagamento a rate e versamento contributi
È necessario chiarire che le partite Iva, le ditte individuali e i liberi professionisti possono includere nel secondo acconto (con pagamento posticipato), solo quanto dovuto a titolo di imposta. Gli importi relativi alla contribuzione previdenziale – sia per quella dovuta all’Istituto di previdenza della Gestione separata che per quella relativa alla Gestione degli artigiani e dei commercianti – dovevano essere versati entro il 30 novembre 2023. Anche in quest’ultimo caso, gli interessati potevano utilizzare il metodo previsionale.
Cosa fare se non sono stati pagati i contributi Inps e i premi Inail?
Il pagamento rateale del secondo acconto delle tasse è previsto solo per l’anno d’imposta 2023 e, dunque, per i versamenti – anche a rate – da effettuarsi nel 2024. A tal proposito, si prevede che, ai fini della determinazione del tetto di compensi e di ricavi entro i 170.000 euro e di quanto dovuto a titolo di imposta, si prevede che i contributi previdenziali e i premi Inail debbano essere esclusi da questo computo.
Pertanto, le partite Iva che, erroneamente, avessero incluso contributi previdenziali e premi Inail tra le rate da pagare a partire dal 16 gennaio 2024 (o in un’unica soluzione), posticipandone il pagamento, sono invitate a effettuare i relativi versamenti (contributi e premi) il prima possibile. In tal modo, si metterebbe fine alla crescita degli interessi sull’omesso versamento di quanto dovuto, non essendo previsto nemmeno il ravvedimento operoso quale formula per rimediare.
Come effettuare il versamento?
Per effettuare il pagamento è necessario attendersi a quanto prevede la circolare dell’Agenzia delle entrate numero 31/E del 2023, pubblicata il 9 novembre scorso. In caso di pagamento a rate, è necessario applicare gli interessi sulle rate susseguenti alla prima, per una percentuale del 4 per cento su base annua. Mensilmente, quindi, il tasso da applicare è pari allo 0,33 per cento. Infine, si ricorda che il rinvio del versamento del secondo acconto è accordato anche ai contribuenti che erano tenuti a versare, in un’unica soluzione, l’acconto sui redditi entro il 30 novembre 2023.