Cos’è l’italian sounding? Questa espressione identifica il tentativo, purtroppo sempre più diffuso all’estero, di ingannare il consumatore replicando il nome di un prodotto italiano.

Il Made in Italy, soprattutto in ambito enogastronomico, è riconosciuto come un’eccellenza in tutto il Mondo.

Per questo motivo diverse aziende straniere cercano di replicare i nostri prodotti non solo a livello estetico ma anche con un accattivante parola dall’assonanza italiana.

Proprio il nome dell’articolo commerciale fa spesso cadere in errore il consumatore convinto così di acquistare un prodotto italiano.
La pratica è quindi ritenuta sleale da parte delle aziende del nostro Paese.

Non solo i prodotti di italian sounding si inseriscono nel mercato limitando le possibilità di quelli originali Made in Italy ma anche tendono a peggiorare l’opinione del nostro Paese all’estero. Questo perché in moltissimi casi gli articoli con etichette “simil-italiano” hanno caratteristiche ben diverse dai prodotti alimentari a marchio Dop o Docg.

Di fatto la pratica dell’italian sounding oltre ad essere sleale, danneggia gravemente l’immagine delle aziende enogastronomiche italiane.

Purtroppo la tendenza è in  netto aumento poiché risulta comunque una strategia vincente per il mercato estero, in special luogo negli Stati Uniti.

Cos’è l’italian sounding: i casi più eclatanti

Se inizialmente le aziende che volevano emulare i prodotti di pregio della tradizione culinaria italiana si limitavano ad inventare espressioni lessicali che richiamavano al nostro paese, ora la pratica si completa con rimandi più espliciti all’Italia.

Ecco allora che sulla confezione possiamo non solo trovare parole storpiate che mal si riferiscono alla nostra lingua, ma addirittura il simbolo del tricolore o la penisola italiana in forma stilizzata.

Insomma tutti dettagli ingannevoli che indicano il consumatore a pensare di star acquistando un articolo 100% Made in Italy. Ad analizzare nel dettaglio le informazioni riportate nel packaging si noterà invece che il prodotto non solo non ha nulla a che fare con la nostra tradizione ma non è nemmeno prodotto sul nostro territorio.

Questa tendenza colpisce in particolar modo alcune categorie di prodotti agroalimentari. Nella gran parte dei casi si tratta di eccellenze conosciute in tutto il Mondo per la qualità.

Si passa così dai formaggi alle salse o altre preparazioni a base di pomodoro, per arrivare a salumi, pizze, olio di oliva senza ovviamente tralasciare il vino.

Nei casi più eclatanti si tratta proprio di contraffazione del prodotto originale. Ecco allora che il Parmigiano Reggiano viene sostituito dal Parmesan o dal Regianito.

Il consumatore meno attento è indotto a ritenere che si tratti comunque di un Made in Italy, con conseguente svalutazione dell’immagine del prodotto originale.

Nel campo vinicolo le aziende più danneggiate da questo fenomeno sono il Barolo, il Valpolicella e il Montalcino.

Come riconoscere l’italian sounding

Il consumatore deve fare sempre molta attenzione alla confezione. Per capire cos’è l’italian sounding è bene sapere che nella stragrande maggioranza dei casi le parole usate per commercializzare il prodotto appaiono italiane solo per la loro attinenza con altri termini. In realtà sono inventate apposta per rievocare l’idea di un prodotto già noto.

Allo stesso modo sul packaging saranno impressi simboli italiani pur senza mai esplicitare diciture come “Made in Italy” o “100% prodotto italiano”.

Se questi elementi possono dare una prima impressione, la conferma che ci troviamo davanti ad un prodotto italiano contraffatto risiede nella descrizione sull’etichetta o sulla confezione.

Qui il produttore dovrà per forza esplicitare la provenienza della materia prima, il centro di trasformazione e il luogo di confezionamento. Tutte queste informazioni consentono pertanto di capire se quanto stiamo per acquistare può veramente ritenersi un tentativo di truffa.

Quando diventa una pratica illegale

L’italian sounding è una operazione commerciale sleale, ma solo in alcuni casi è ritenuta illecita.

A livello internazionale infatti c’è ancora poca tutela a favore del marchio originale. La legge estera è ancora troppo permissiva in materia di italian sounding e nella maggior parte dei casi non si può intentare una battaglia legale per contraffazione.

L’operazione però risulta illecita quando appare evidente la violazione di una indicazione geografica protetta oppure quando è palesemente un tentativo di raggiro del consumatore circa la provenienza del prodotto.

Infatti rappresentare sulla confezione chiari riferimenti alla territorialità italiana non è ritenuto ingannevole purché sull’etichetta sia effettivamente indicato il reale luogo di produzione.