Ci manca, tantissimo, perchè Gianluca Vialli non era solo un attaccante capace di emozionare il mondo del calcio a suon di gol, ma un uomo capace di unire tutti sotto il segno dell’amore. Oltre alla malattia. Perchè StradiVialli era ben voluto da tutti, mai una parola fuori posto, deciso quando si trattava di tenere il punto ma nel rispetto di qualsiasi interlocutore, cosa non da poco.
Ha lottato così come ha sempre fatto in campo, non ha mollato, con una dignità unica nel suo genere, che non gli ha permesso di cantare vittoria, ma di lasciare un segno indelebile a tutti gli appassionati e non. Che hanno sperato fino all’ultimo nel miracolo che alla fine non è arrivato, e adesso quell’assenza si fa sentire eccome, con il ricordo che non sfuma mai.
Un anno senza Gianluca Vialli
Sei anni fa l’annuncio che nessuno avrebbe voluto sentire, di quelli che spezzano il fiato in maniera aggressiva lasciando rintronati. Era il 2017, Vialli non ci girò intorno: “Ho un tumore al pancreas“. Da far rabbrividire. Lui no, è sempre stato un lottatore, non si è perso d’animo e ha cominciato subito la sua personale lotta contro la malattia con la personalità di un leone.
Non sapeva allora come sarebbe finita la sua personale partita, voleva solo giocarla al massimo delle sue capacità, non arretrando di un centimetro, sapendo di fare i conti contro un avversario gigantesco. E la paura della morte c’era eccome, lo aveva sottolineato lui stesso. Ma anche lì uscì fuori la grandezza di una persona che riuscì ad andare oltre al terrore: “La malattia, non è esclusivamente sofferenza, ci sono momenti bellissimi. La vita – e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno – è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità”.
Parole che funzionarono come punto di riferimento di coraggio per tutte quelle persone nella sua stessa situazione. Perchè Gianluca era altruista anche sotto questo punto di vista, voleva cercare di aiutare il più possibile nonostante la sua situazione, condividendo quello che è stato il suo percorso contro il tumore al pancreas, per avere anche il supporto di coloro che da sempre lo hanno sostenuto.
In primis quello della famiglia, che non lo ha abbandonato un istante, dall’operazione ai pesanti cicli di chemioterapia. Sempre accanto a lui, perchè come diceva Gianluca “pasta forte noi Vialli“.
Un’assenza che si sente
Non ha permesso alla malattia di avere la meglio sino all’ultimo. Insieme a lui l’amico dei gol alla Sampdoria e di tutta una vita Roberto Mancini. Lo voleva accanto, era stato chiaro, ad Euro 2020 lo voleva con se come capo delegazione. Gianluca accettò, con l’entusiasmo a mille, lo stesso del gruppo azzurro, che pendeva dalle sue labbra ogni volta che parlava. Perchè StradiVialli arrivava al cuore con la semplicità che solo i grandi possono avere, lasciando un segno indelebile.
Non solo per la vittoria in se, quanto nell’animo umano di tutti, anche dei tifosi. L’abbraccio con il Mancio il simbolo di tutto: di una lotta, al tempo stesso di un amore esploso in tutta la sua grandezza. Stretti forti l’un l’altro, lacrime che rigano il viso e gioia senza fine. Quel tumore per un attimo sembra non esistere in più, è solo il momento della gioia.
Poi il ritorno sulla terraferma, e quel maledetto annuncio nel dicembre 2022: “Devo fermarmi per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”.
Ci ha provato fino all’ultimo, non riuscendo ad avere la meglio su quella maledetta. Il 5 gennaio 2023 l’annuncio del suo addio, un colpo dritto alla bocca dello stomaco. Ci speravano tutti, quel miracolo lo volevano vedere realizzarsi, così non è stato. Ma anche in quegli ultimi mesi il pensiero di Gianluca era per gli altri: “Spero che la mia storia possa essere d’aiuto per tutti quelli che lottano“. Altruista fino alla fine Gianluca Vialli, e a questo mondo manca a tutti noi. Anche dopo un anno. In verità, ci mancherà per sempre.