Chi era Reeva Steenkamp e come è morta? Perché da qualche giorno si è tornati a parlare della sua storia? La modella sudafricana aveva 29 anni quando, il 14 febbraio del 2013, fu uccisa dall’allora fidanzato Oscar Pistorius, che all’alba di oggi, 5 gennaio, è tornato in libertà dopo aver trascorso in carcere poco meno di 9 anni.
La storia di Reeva Steenkamp, uccisa da Oscar Pistorius nel 2013
Originaria di Port Elizabeth, Reeva Steenkamp lavorava come modella. Quando morì per mano del fidanzato Oscar Pistorius, noto campione paraolimpico, aveva 29 anni e per due volte era stata inserita “nella classifica delle 100 donne più sexy del mondo” stilata da una rivista per uomini.
Era il 14 febbraio del 2013, il giorno di San Valentino. I due si frequentavano da neanche cinque mesi ed erano a casa della donna, quando Pistorius la colpì con una pistola attraverso la porta del bagno dell’abitazione.
Agli inquirenti riferì di averlo fatto pensando che si trattasse di un intruso e che lei fosse ancora a letto, dopo aver sentito degli strani rumori provenire dall’interno della stanza. Stando alla sua versione, dopo essersi accorto che si trattava di lei, sarebbe andato sul balcone per chiedere aiuto, quindi avrebbe indossato le protesi, aprendo la porta del bagno con una mazza da cricket.
Al suo ingresso la 29enne era ancora viva: sarebbe morta tra le sue braccia mentre tentava di trasportarla giù dalle scale, dopo aver allertato i soccorsi. Una versione rigettata sia dall’accusa, secondo cui l’uomo avrebbe volontariamento sparato contro la ragazza che si era rifugiata in bagno, morta sul colpo, sia dai giudici, che alla fine del processo a suo carico lo avevano condannato a 13 anni e 5 mesi di carcere.
Oscar Pistorius: che fine ha fatto dopo la condanna per omicidio
Dopo aver scontato due terzi della pena che gli è stata riconosciuta, all’alba di oggi, 5 gennaio, Oscar Pistorius, di 37, ha potuto lasciare il carcere in cui era recluso per raggiungere la lussuosa villa a tre piani dello zio Arnold, a Pretoria, dove trascorrerà i prossimi anni in libertà vigilata.
Non potrà parlare con la stampa, sottostando a una serie di rigide prescrizioni, frequentando dei corsi per la gestione della rabbia, dei programmi contro la violenza sulle donne e svolgendo i servizi sociali. Poi, dal 2029, potrà tornare definitivamente libero.
La reazione della madre della vittima
La notizia del ritorno in libertà dell’uomo era stata già resa nota negli scorsi giorni, diventando ufficiale in mattinata. Ha voluto commentarla anche la madre della vittima, rimasta sola dopo la morte del marito, avvenuta lo scorso settembre.
In un comunicato divulgato dalla stampa estera, la donna – fondatrice, insieme ai familiari, della Reeva Rebecca Steenkamp Foundation – si è chiesta se davvero, sulla morte della 29enne, sia stata fatta giustizia o se non siano stati loro gli unici a pagare.
Dal 14 febbraio del 2013 la loro vita, infatti, è cambiata per sempre, in modo peggiore. Dei sogni di Reeva, che dopo la laurea in legge sperava di aprire uno studio per aiutare le donne vittime di violenza, hanno fatto una vera e propria eredità.
La sua storia, che ha ispirato anche il documentario “My name is Reeva: I was murdered by Oscar Pistorius” ricorda, in parte, quella della 32enne Melissa Hoskins, investita e uccisa dal marito, l’ex ciclista professionista Rohan Dennis, nel gennaio del 2023.
Pochi giorni fa avevamo parlato dei nuovi particolari emersi nel corso delle indagini portate avanti dalle autorità australiane sul caso e della ricostruzione avanzata a un anno dai fatti.