Riuscire a risparmiare una somma di denaro è un risultato soddisfacente, ma ancora più importante è la capacità di trovare il modo migliore per custodirla e farla crescere nel tempo.

Se non sei propenso ad investire nell’acquisto di una casa o di un immobile, hai a disposizione due soluzioni: il libretto postale o il conto deposito.

Anche se apparentemente simili, questi strumenti bancari presentano sia vantaggi che svantaggi, e talvolta differiscono in maniera significativa, soprattutto per quanto riguarda i costi associati alla loro gestione.

Pertanto, prima di prendere una decisione, è essenziale prestare attenzione non solo alle differenze nei tassi di interesse e nei costi di gestione, ma anche a quali fattori considerare durante l’utilizzo di ciascuno di essi.

Che differenza c’è tra Conto deposito e Libretto postale?

Conto deposito e Libretto postale sono entrambi strumenti di risparmio, ma il libretto postale è disponibile esclusivamente presso gli uffici delle Poste Italiane, mentre il conto deposito può essere aperto presso varie istituzioni bancarie.

Il libretto postale è un servizio di deposito attualmente privo di costi di apertura o di mantenimento, emesso da Cassa depositi e prestiti S.p.A. e garantito dallo Stato italiano, come specificato sul sito delle Poste Italiane.

D’altra parte, il conto deposito può comportare costi di apertura e/o di gestione, i quali variano in base alla banca presso cui viene aperto.

Un’altra differenza riguarda il capitale iniziale richiesto. Nel caso del libretto postale, sia cartaceo che dematerializzato, Smart o senza offerta, non è richiesto alcun versamento iniziale.

Per i conti deposito, talvolta è necessario depositare una somma minima all’apertura del conto. Inoltre, a differenza del libretto postale, il conto deposito può essere sia libero che vincolato.

Con un conto libero, il titolare può prelevare denaro in qualsiasi momento, mentre con un conto vincolato ciò non è possibile. Nel caso dei conti vincolati, è consentito il prelievo solo fino a una somma concordata in fase contrattuale, mantenendo il resto del capitale immobilizzato.

Il libretto postale, a meno che non sia intestato a un minore (in cui i genitori possono prelevare solo entro certi limiti) o sia soggetto a vincoli specifici, non prevede restrizioni simili.

Quanto si guadagna con il Libretto postale?

Guadagnare dal denaro depositato è importante per evitare la perdita di valore a causa dell’inflazione. Solitamente, conti deposito e libretti prevedono un tasso d’interesse annuo per questo motivo.

Nei libretti postali, che solitamente non comportano costi, il tasso d’interesse è molto modesto, pari allo 0,001% annuo. In altre parole, per ogni 100.000 euro depositati, si guadagnano solamente 100 euro all’anno.

Tuttavia, esistono opzioni più vantaggiose per chi desidera ottenere maggiori rendimenti:

  • Buoni Fruttiferi Postali (BFP)
  • Offerte Supersmart
  • Fondi Comuni d’Investimento

I BFP offrono tassi di interesse variabili, ad esempio dal 3% fino al 4,5% per i Buoni destinati ai Minori. Le Offerte Supersmart e alcuni conti deposito possono garantire tassi di interesse annuo lordo fino al 5%. La tassazione dei BFP si attesta al 12,5% sul capitale lordo.

Pertanto, su un investimento di 100.000 euro, i rendimenti lordi possono variare da 3.000 euro fino a 4.500 euro, ma il netto si aggira attorno a circa 2.625 euro o 4.000 euro circa.

È importante considerare le condizioni di svincolo. I BFP prevedono lo svincolo parziale solo per quelli dematerializzati e registrati a offerte a rinnovo, mentre per i Buoni il svincolo può avvenire solo dopo l’accredito senza perdere l’interesse.

Quanto si guadagna con il Conto deposito?

Nei conti deposito, invece, sono previsti interessi più alti, potenzialmente arrivando fino al 5% annuo lordo, il che significherebbe 5.000 euro all’anno su un deposito di 100.000 euro. Tuttavia, bisogna considerare le ritenute fiscali e l’imposta di bollo.

Con i conti vincolati, si possono ottenere anche tassi di interesse più elevati, ma ciò implica solitamente vincoli quinquennali senza possibilità di prelevare i fondi. In questo caso, a differenza dei BFP, esistono opzioni di svincolo.