È stata colta di sorpresa e uccisa dall’ex marito mentre si trovava in Romania per le festività natalizie: ecco chi è Alina Lacramioara Mustafa e cosa le è successo. Aveva 30 anni e due figlie di 9 e 10 anni. Da tempo si era trasferita a Genova, dove, qualche anno fa, aveva intrapreso una relazione con un altro uomo. L’omicidio si sarebbe consumato nel corso di un incontro chiarificatore voluto dall’ex Victor Nicu Anatoschi, di 35 anni, nel giorno di Santo Stefano.

Chi è Alina Mustafa, arrivata a Genova dalla Romania e poi uccisa dall’ex marito

Quando era arrivata in Italia dalla Romania Alina Mustafa era ancora minorenne. Tra i campi per braccianti della Puglia, dove aveva trovato impiego, aveva conosciuto un ragazzo di poco più grande di lei, un suo connazionale, e aveva deciso di seguirlo a Genova.

Dopo il matrimonio avevano avuto due bambine. Poi per la donna aveva avuto inizio un vero e proprio calvario: sembra che il marito addirittura la costringesse a prostituirsi. Una notte, nella zona di Dinegro, mentre si trovava in strada, aveva accusato un malore, venendo soccorsa dal tassista Mario Zanetti, che poi sarebbe diventato il suo nuovo compagno.

I due avrebbero voluto costruirsi una nuova vita insieme. Alla soglia dei 30 anni, Alina aveva infatti trovato il coraggio di lasciarsi alle spalle la storia con Victor. Non poteva sapere che l’uomo sarebbe stato disposto a tutto, pur di non perderla. Nel giorno di Santo Stefano, approfittando del fatto che si trovasse in Romania per far visita ai suoi parenti, le avrebbe chiesto un incontro chiarificatore.

Avrebbero dovuto parlare del destino delle loro due figlie, lui invece l’aveva colta di sorpresa e strangolata in casa al culmine di una discussione.

L’ha sempre picchiata e derubata di tutto. Pretendeva che continuasse a fare la vita sul marciapiede e a mandare denaro. Di nascosto riuscivo a fare avere qualcosa alla famiglia, per le bambine (che vivevano in Romania con i nonni, ndr). Ogni tanto venivano qui a Genova: abbiamo passato dei bellissimi momenti insieme,

sono le parole del compagno italiano della 30enne, secondo cui del delitto esisterebbe anche un filmato, ripreso col telefonino da una delle figlie di Alina che, fingendo di essere uscita per andare a giocare, avrebbe assistito all’intera scena dalla finestra.

La paura dell’uomo è che l’ex marito della compagna “possa in qualche modo giustificare quello che ha fatto”, ottenendo uno sconto di pena. Dopo essere stato fermato dalla polizia locale, avrebbe già dichiarato una falsità, cioè che la donna si prostituiva per sua volontà.

Il secondo femminicidio dell’anno

La notizia dell’uccisione di Alina Mustafa segue di qualche giorno quella della morte, per mano del marito, della 71enne Rosa D’Ascenzo. I fatti risalgono allo scorso primo gennaio: l’anziana era stata portata, ormai senza vita, all’ospedale di Civita di Castellana, in provincia di Viterbo, dal marito 73enne Giulio Camilli, che agli operatori di turno aveva raccontato di averla soccorsa dopo una brutta caduta dalle scale in casa.

Stando a quanto ricostruito nel corso degli accertamenti seguiti al suo “ricovero”, l’avrebbe uccisa a padellate per poi caricarla inerme in auto, simulando un incidente per allontanare da sé i sospetti. Sembra che da un po’ soffrisse di problemi di memoria. L’ipotesi è che tra loro fosse nata un’animata discussione e che lui l’abbia colpita dopo aver perso le staffe, provando a depistare le indagini.

In tanti, negli scorsi giorni, lo hanno ricordato come un tipo dal temperamento “litigioso”. Ma sembra che la moglie non lo avesse mai denunciato per maltrattamenti e violenza. Nessuno, quindi, poteva aspettarsi che sarebbe arrivato a tanto. Neanche il figlio Luca, che da un po’, insieme alla moglie e ai figli, si era allontanato dal luogo in cui i genitori vivevano, disperso tra le campagne vicino al Monte Soratte, in provincia di Roma.