Cos’è l’ipersonnia idiopatica? Si tratta di un disturbo del sonno che si caratterizza con un’anomala sonnolenza durante il giorno nonostante il prolungato riposo notturno.

Proprio questa condizione la differenza dalla narcolessia.

All’ipersonnia idiopatica è poi associata una minor probabilità di episodi di catalessi, allucinazioni e paralisi al risveglio.

Ecco come capire se ne siamo affetti e quali sono i possibili trattamenti terapeutici.

Cos’è l’ipersonnia idiopatica: le due forme del disturbo

Esistono due tipologie di questa malattia. La prima è caratterizzata da un aumento del regolare tempo di riposo notturno mentre la seconda non mostra alcuna differenza rispetto un soggetto sano.

Nel primo caso la durata quotidiana del sonno è di almeno 10 ore. Nonostante la qualità del riposo sia buona, il soggetto accusa sonnolenza durante la veglia spesso associata ad episodi di cosiddetta ubriachezza da sonno.

Quando invece la sindrome non prolunga la durata tipica del riposo notturno, l’individuo ha la tendenza a compiere brevi periodi di sonno durante il giorno.

In entrambe le sue forme, l’ipersonnia idiopatica può colpire indistintamente individui di genere maschile o femminile e a qualunque età, anche se è più frequente che i primi sintomi facciano la loro comparsa entro i 25 anni.

Statisticamente si stima che sia affetto da questo disturbo circa un soggetto ogni 50.000 persone.

Cause e sintomi

La scienza medica non ha ancora individuato con esattezza quale sia la causa del disturbo.

L’ipotesi maggiormente condivisa porta ad un comportamento irregolare del sistema nervoso centrale. Tuttavia appare sufficientemente certo che il disturbo non sia di natura genetica ereditaria.

Nei soggetti affetti da ipersonnia idiopatica non risultano valori anomali di orexina o ipocretina, cosa che accade in altre patologie del sonno. Questi ormoni infatti regolano il corretto ritmo del sonno e il suo alternarsi con lo stato di veglia.

Il sintomo principale dell’ipersonnia idiopatica è l’eccessiva sonnolenza diurna.

Sebbene la qualità del sonno notturno sia di buona qualità, il soggetto non appare riposato e va incontro ad una sensazione di stanchezza diffusa.

Il cattivo riposo si ripercuote anche sui comportamenti quotidiani nonché sull’aspetto psicologico.

È facile che gli individui affetti dal disturbo manifestino irascibilità e sbalzi d’umore immotivati. Inoltre è possibile che il soggetto abbia uno stato mentale confusionario e di smarrimento proprio per la non corretta attività del sistema nervoso.

L’organismo tende poi a richiedere periodi supplettivi di riposo, anche di breve durata, durante il giorno.

Può infine manifestarsi la ripetizione automatica nei movimenti e nelle azioni senza che la persona sia perfettamente consapevole del gesto svolto.

Diagnosi e trattamento terapeutico

La diagnosi dell’ipersonnia idiopatica è complicata e deve escludere altri disturbi del sonno. In primo luogo si valuta l’anamnesi del paziente oltre ad annotare per un periodo di diverse settimane la durata del riposo notturno.

Quando si ipotizza l’insorgenza di questo disturbo, il medico specialista eseguirà alcuni test per riconoscere la correlazione dello stadio di sonnolenza con l’eccessiva durata del sonno.

Si può dunque ricorrere alla polisonnografia con test ripetuti di latenza del sonno (MSLT). Se l’esame dà esito positivo, si monitora il riposo del paziente con una registrazione dell’attività celebrale di 24 – 36 ore che scartino l’eventuale sindrome da carenza di sonno cronica.

Poiché le cause della malattia non sono del tutto certe, non esiste un trattamento farmaceutico specifico che curi l’ipersonnia idiopatica. Per questo motivo si ricorre a terapie simili già in uso per la narcolessia, con la somministrazione di medicinali di tipo stimolante oltre a specifici integratori di vitamine. Tuttavia è possibile solo ridurre il malessere in quanto il disturbo sfocia sempre in malattia cronica.

L’ipersonnia non è prevenibile anche se alcuni accorgimenti sullo stile di vita possono migliorare la qualità del riposo notturno e alleviare così i sintomi durante la veglia.