Poco più di tre ore è durata la consueta conferenza stampa di fine anno della premier Meloni organizzata dall’Ordine dei giornalisti.
La conferenza della premier Meloni
La Meloni non si vedeva da tempo in pubblico, l’ultima apparizione era stata sul palco di Atreju prima di Natale. Dopo due rinvii per motivi di salute è arrivata puntuale e in gran forma, con un tailleur in doppio petto di velluto panna difronte al gotha del giornalismo politico nostrano.
La sala del parlamentino dei gruppi piena in ogni ordine di posto non ha certo spaventato la premier che anzi, ha dimostrato di essersi preparata a fondo anche nello sviare le poche domande pungenti.
Se infatti questa volta sembra essere andato tutto liscio non è solo per la preparazione della premier, ma forse anche per la poca capacità della categoria stampa di metterla in difficoltà.
Le premesse però c’erano tutte a partire dai saluti: “Mi devo scusare per aver rinviato due volte per ragioni di salute, mi spiace che questo abbia generato delle polemiche, ma non c’era alcun intendimento di scappare da domande dei giornalisti. Farò la mia parte perché facciate al meglio il vostro lavoro: non mi aspetto altro che rispetto ma certo non sconti”.
Tanti temi e poco approfondimento
La presidente ha dimostrato ancora una volta di saper superare le domande con metodo e argomenti che però possiamo ritrovare in tante delle dichiarazioni rilasciate nell’ultimo anno.
Tralasciando il metodo, nella sostanza la premier ha espresso molti dei concetti che porta avanti da tempo, i tanti temi si sono però condensati su domande che hanno focalizzato la situazione interna alla maggioranza. Come il potenziale del nostro paese alla guida del G7 nel 2024.
“Metteremo l’Africa al centro del dibattito anche grazie al nostro piano Mattei”
Sicuramente le risposte più ficcanti le ha date come leader di partito e non come presidente del consiglio. La prova evidente arriva quando i giornalisti hanno provato a tirare fuori qualcosa di più concreto, facendo riemergere subito quel politichese che la Meloni ancora una volta dimostra di saper padroneggiare alla grande, come quando ha sviato sui contenuti del Piano Mattei.
“Io penso che qualcuno in questa nazione abbia pensato di poter dare le carte, ma in uno Stato normale non ci sono condizionamenti, l’ho visto accadere e non dico di più. Vedo degli attacchi e pensano che ti spaventi se non fai quello che vogliono, ma io non sono una che si spaventa facilmente, preferisco cento volte andare a casa, hanno a che fare con la persona sbagliata. Ci sono quelli che pensano di poter indirizzare le scelte, ma con me non funziona, io sono il premier e le faccio io, me ne assumo la responsabilità”.
Sul familismo nel partito: “Accusa che mi ha stancato”
La sua vera verve infatti è venuta fuori quando la domanda di un giornalista ha tirato fuori la questione del ‘familismo’ in Fratelli d’Italia.
“Questa accusa di familismo comincia a stufarmi. Nell’attuale legislatura ci sono due coppie di coniugi entrambe a sinistra, Pd e sinistra italiana che ha un gruppo di 8 persone per cui la coppia fa il 25% del partito e non c’è mai stata un’accusa di familismo. Si sa che quando dedichi tanto tempo alla politica le persone diventano amici, moglie o marito. ma non toglie il valore del militante. Mia sorella è da 30 anni militante di Fdi, forse la dovevo mettere in una partecipata statale come fanno gli altri, l’ho messa a lavorare al partito mio”.
La classe dirigente di FdI non preoccupa la premier
Una delle domande più attese era sul caso Pozzolo, arrivata solo alla sedicesima non ha scalfito la tranquillità della premier che ha confermato la sospensione del deputato tirando diritta per la propria strada.
“Sulla classe dirigente del mio partito, c’è sempre qualcuno che non ti aspettavi e fa errori o cose sbagliate. Però non sono disposta a fare questa vita se persone intorno a me non sentono la responsabilità. Non sempre accade ma per la responsabilità che abbiamo, e io vivo quella responsabilità, su questo intendo essere rigida”.
Occasione persa per la stampa?
Pnrr, Ilva, salari e sanità sono stati temi affrontati solo in minima parte, le attenzioni dei giornalisti erano rivolte ad argomenti inerenti alle elezioni europee, al Mes, al caso Verdini e ai dissidi all’interno della maggioranza. In tutti i casi Meloni ha saputo sviare quelle cose che più l’avrebbero messa di fronte a dubbi, ancora una volta la premier ha saputo essere efficace.
44 domande e la ricerca di un titolo
Sostanzialmente quel che resta da questa lunga mattinata è la convinzione che ancora per molto la Meloni siederà sulla poltrona di premier così come ha detto: “Sarò la premier più longeva di sempre”. E come darle torto con un’opposizione così debole e una stampa così poco coraggiosa.