Qassem Soleimani, nato in una famiglia umile nella provincia montuosa di Kerman, nel sud-est dell’Iran, ha iniziato la sua carriera lavorativa in giovane età per aiutare la sua famiglia. Dopo la rivoluzione iraniana del 1979, si unì ai Guardiani della Rivoluzione, emergendo come una figura di spicco durante la repressione di una ribellione curda. La sua carriera militare prese slancio durante la guerra Iran-Iraq, dove si distinse per il suo coraggio e le capacità strategiche. Soleimani è stato riconosciuto come una figura chiave nella creazione di un corridoio di influenza iraniana che si estende dal Mediterraneo all’Asia. La sua abilità nel tessere alleanze e nel guidare operazioni militari ha consolidato il ruolo dell’Iran come potenza regionale, lasciando un’eredità duratura sulla politica del Medio Oriente.
Chi era Qasem Soleimani: la carriera e l’influenza
La carriera militare di Soleimani ha avuto inizio durante il conflitto Iran-Iraq. La sua rapida ascesa all’interno delle forze armate è stata caratterizzata da un mix di coraggio e astuzia, come dimostra il soprannome “Ladro di Capre“, guadagnato per la sua abilità nel sottrarre risorse al nemico. La sua successiva partecipazione nella lotta ai narcotrafficanti a Kerman ha ulteriormente rafforzato la sua posizione, portandolo alla guida delle Quds Force nel 1997, una unità di élite impiegata per operazioni segrete all’estero. Questo ruolo lo ha portato ad essere un attore chiave nelle operazioni iraniane fuori dai confini, estendendo la sua influenza in paesi come Iraq, Siria, Libano e Yemen.
La sua influenza si estese rapidamente in tutto il Medio Oriente, sostenendo gruppi come Hezbollah in Libano e guidando attacchi contro le forze americane in Iraq. Il suo ruolo fu cruciale anche durante la guerra civile in Siria, a sostegno del presidente Bashar al-Assad.
In particolare, Soleimani giocò un ruolo chiave nella ridefinizione degli equilibri geopolitici nel Medio Oriente, influenzando significativamente gli scenari politici e militari nella regione. La sua abilità nel creare un arco d’influenza che si estendeva dal Golfo a Iraq, Siria e Libano ha rafforzato la posizione dell’Iran come potenza regionale. Nonostante la sua figura fosse controversa, Soleimani era visto come un eroe da molti sostenitori iraniani e iracheni, guadagnando un’aura quasi mitica.
La lotta contro l’Isis
La sua influenza si è estesa ben oltre i confini iraniani, giocando un ruolo fondamentale nella vittoria contro l’Isis in Iraq. La sua azione strategica attraverso le Forze di Mobilitazione Popolare (Hashd al-Shaabi), un’aggregazione di milizie sciite, è stata determinante nel definire gli equilibri regionali. La sua stretta relazione con la Guida Suprema di Teheran e il suo sostegno a Bashar al-Assad in Siria hanno rafforzato la presenza iraniana nella regione, influenzando profondamente le dinamiche politiche.
La morte di Qasem Soleimani
Il generale iraniano Qassem Soleimani venne ucciso il 4 gennaio 2020 da un drone statunitense nei pressi dell’aeroporto internazionale di Baghdad. L’ordine dell’attacco fu dato dall’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La sua morte ha scatenato una serie di reazioni a livello internazionale, segnando una svolta significativa nelle relazioni tra Iran e Stati Uniti e influenzando la geopolitica del Medio Oriente.
La presenza pubblica e una possibile carriera politica
Prima del suo raid fatale a Baghdad, Soleimani aveva iniziato ad apparire frequentemente sui media, alimentando speculazioni su una possibile carriera politica. Le sue dichiarazioni pubbliche, spesso dirette e sfidanti nei confronti di figure internazionali come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, hanno evidenziato la sua crescente presenza nella sfera politica.
L’influenza di Qasem Soleimani non è stata tuttavia priva di controversie. La sua inclusione nella lista delle persone colpite da sanzioni delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea a causa del suo coinvolgimento nel programma nucleare iraniano e nel sostegno a regimi repressivi, come quello siriano, hanno evidenziato la complessità della sua figura. Le sue dichiarazioni pubbliche e le azioni hanno spesso accentuato le tensioni tra Iran e Stati Uniti, culminando in una serie di eventi che hanno rischiato di innescare una escalation nel conflitto tra i due paesi.
L’attentato in Iran, nel giorno della morte
La strage in Iran, causata da due esplosioni avvenute il 3 gennaio 2024, anniversario della morte di Soleimani, ha provocato la morte di almeno 103 persone e oltre 210 feriti, durante un pellegrinaggio al cimitero di Kerman, per commemorare Qassem Soleimani, ucciso in un raid americano. Le autorità iraniane parlano di attacco terroristico, ma non hanno identificato colpevoli. Sospetti sono stati rivolti verso vari gruppi, incluso il Mossad israeliano, ma gli Stati Uniti negano il coinvolgimento di Israele.
L’alto consigliere del presidente iraniano, Mohammad Jamshidi, accusa gli USA e Israele. La Guida suprema iraniana e il presidente Raisi hanno promesso una risposta severa, mentre il ministro dell’Interno ha sottolineato che le indagini sono in corso. L’ONU e l’UE hanno condannato l’attacco, esprimendo solidarietà all’Iran.
La figura di Soleimani è stata commemorata anche in Iraq, con una cerimonia all’aeroporto di Baghdad.