Dal futuro con la compagna Ilaria D’Amico alla ludopatia. L’ex campione del mondo, Gianluigi Buffon, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. L’attuale capo delegazione della nazionale italiana ha toccato diversi temi, esprimendo la sua opinione in maniera forte. Tra i passaggi più significativi c’è senza dubbio quello sulla vicenda scommesse. L’ex bandiera della Juventus, in passato finita nell’occhio del ciclone per presunte scommesse clandestine, ha sottolineato di non amare particolarmente i bacchettoni facendo una disamina accurata.
Credo sia sbagliato criminalizzare e non fare dei distinguo. Scommettere di per sé non è reato, gli stadi stessi e le trasmissioni sportive sono pieni di pubblicità di App di questo genere e lo Stato incentiva il gioco. Se invece un calciatore scommette sul calcio va incontro a punizioni che giustamente devono essere inflitte; ma se scommette sulla pallavolo, sul basket, sulle corse dei cani…non sta commettendo alcun reato.
Buffon: “Ludopatia? La patologia nasce dalla dipendenza”
Nel corso dell’intervista il 45enne ha cercato di analizzare il tema della ludopatia, ribadendo l’importanza di fare alcune distinzioni. Secondo Buffon, infatti, non c’è peggior cosa di parlare di ludopatia non centrando l’argomento.
La ludopatia non è un problema di quanto spendi, ma del tempo che dedichi a questa attività. E questo dobbiamo spiegarlo ai ragazzi: non è che se si fanno continue scommesse da 1 euro trascorrendo ore e ore davanti alla App, allora è un tutto ok; mentre se uno spende 1 milione in un’unica occasione allora è ludopatico. Possiamo dire che è un cretino, va bene; ma la patologia nasce dalla dipendenza, la continuità con cui si fa una cosa.
L’ex portiere della Juve: “Non mi piacciono i bacchettoni”
Buffon è poi tornato sulla sua esperienza personale, prendendosela con chi giudica senza conoscere le diverse situazioni.
Non mi piacciono i bacchettoni che giudicano con una superficialità aberrante senza sapere poi realmente quali siano le motivazioni. Ci sono passato anche io venendo infangato senza aver commesso nulla: quando le cose si chiariscono, ci si dimentica di spiegare e chiedere scusa e si lasciano le persone con un’etichetta addosso. Lo trovo profondamente sbagliato.