Cos’è e come funziona l’immunità parlamentare? Perché se ne sta parlando in relazione al caso del deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, indagato per aver sparato un colpo di pistola durante i festeggiamenti di Capodanno a Rosazza, nel Biellese? Facciamo chiarezza.
Cos’è l’immunità parlamentare, come funziona e cosa c’entra col caso del deputato Pozzolo
I fatti per cui il deputato FdI è indagato risalgono alla sera del 31 dicembre scorso. Stando a quanto ricostruito finora, Pozzolo si trovava a una festa di Capodanno nel Biellese quando, da un’arma che aveva portato con sé, una mini revolver da circa 400 euro, era partito un colpo.
Il genero di un uomo della scorta del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro era rimasto ferito. Venuta a conoscenza dell’accaduto, la Procura di Biella aveva quindi deciso di aprire un fascicolo d’inchiesta per lesioni colpose, accensioni ed esplosioni pericolose e omessa custodia di arma a carico del deputato, che fin dall’inizio ha negato di essere stato lui a sparare.
Nelle scorse ore gli inquirenti lo hanno sottoposto al test dello Stub; invocando l’immunità parlamentare, Pozzolo si sarebbe però rifiutato di consegnare loro gli abiti che indossava al momento dei fatti. Si tratta di una garanzia prevista dal secondo comma dell’articolo 68 della Costituzione, che recita:
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.
Vuol dire che, per portare avanti indagini o atti di ispezione su un membro del Parlamento – un senatore o un deputato -, l’autorità giudiziaria ha l’obbligo di chiedere al Senato o alla Camera una specifica autorizzazione a procedere. Si tratta della cosiddettà “inviolabilità” e vale solo nel periodo in cui i parlamentari sono in carica, anche per atti commessi al di fuori dell’esercizio delle loro funzioni, come nel caso di Pozzolo.
Qual è la procedura per chiedere l’autorizzazione a procedere
La Procura competente deposita in Parlamento la richiesta, che viene esaminata da un organo preposto che varia a seconda della Camera di appartanenza del parlamentare indagato. Si tratta della giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari per il Senato e della giunta per le autorizzazioni per la Camera dei deputati.
Al loro interno vengono quindi proposte delle relazioni, che vanno esaminate e votate dai membri che vi appartengono. La decisione finale spetta poi agli stessi parlamentari, che in aula, in occasione dell’apposita discussione, tenendo conto delle conclusioni a cui le giunte sono arrivate, possono accogliere o rifiutare la richiesta.
Prima della riforma della Costituzione del 1993, tale richiesta doveva essere avanzata dall’autorità giudiziaria ancor prima di svolgere delle indagini sul conto di un parlamentare. Oggi è necessario solo nel caso in cui si debba procedere al suo arresto o ad altre limitazioni della sua libertà personale.
Il caso Sgarbi-Carfagna
Nell’aprile del 2023 si era parlato di immunità parlamentare in relazione a Vittorio Sgarbi, che l’aveva invocata dopo essere finito al centro delle polemiche seguite ad alcuni insulti rivolti in aula alla presidente di Azione Mara Carfagna, allora vicepresidente di Montecitorio in quota Forza Italia.
Era il 2020. Durante un’assemblea, Carfagna aveva richiamato il critico d’arte, sottosegretario alla Cultura, all’ordine, invitandolo ad indossare correttamente la mascherina anti-Covid, che teneva appesa agli occhiali. Lui, di tutta risposta, aveva cominciato ad appellarla volgarmente, definendola, tra l’altro, “un’intollerabile cret**a”.
Come se non bastasse, dopo essere stato sospeso dal Parlamento per quindici giorni, online aveva pubblicato dei video in cui continuava a rivolgerle ingiurie. Lei a quel punto lo aveva denunciato per diffamazione. La difesa di Sgarbi aveva provato a dimostrare che le sue opinioni fossero insindacabili perché connesse all’esercizio della sua funzione parlamentare. La giunta della Camera, chiamata a decidere, gli aveva però negato l’immunità, dando il via libera al giudizio nei suoi confronti.