Carlo Calenda è intervenuto stamani sui suoi canali social invitando la premier Giorgia Meloni a riportare al centro dell’agenda politica i temi relativi all’emergenza salariale e alla politica industriale. Temi che secondo il leader di Azione sarebbero spariti dal radar del Governo con il rischio di creare una situazione potenzialmente “destabilizzante per la democrazia”.

Calenda bacchetta la Premier Meloni: “Emergenza salariale fuori dall’agenda di governo”

La politica salariale e politica industriale sono completamente assenti dall’agenda di Governo. Lo ha denunciato Calenda. È dalla riunione con le opposizioni sul salario minimo che Giorgia Meloni ha promesso una proposta sul lavoro – ribadisce il fondatore di Azione– sui contratti e sui salari ma sin qui non è pervenuta:

“Con i salari reali sotto il livello di trent’anni fa questa emergenza può diventare destabilizzante per la democrazia”

I nodi da sciogliere: salari inadeguati al costo della vita, contratti collettivi e strategie industriali

Contratti collettivi nazionali fermi al palo, salari reali inadeguati al costo della vita e livellati verso il basso e mancanza di una reale strategia industriale, questi i nodi da sciogliere con urgenza. Non è solo una questione di salario minimo, dice Calenda, ma di funzionamento dei contratti collettivi nazionali che livellano in basso i salari:

“Collegato a questo tema c’è quello della politica industriale. In Usa e nei grandi paesi europei le strategie di supporto alle transizioni tecnologica e ambientale, sono al centro dell’agenda, con investimenti poderosi. Meloni invece ha definanziato industria 4.0 e non ha varato alcuna strategia sulla transizione green. Intanto il miliardo e passa stanziato sugli Its non si sa bene che fine abbia fatto.”

Ma l’emergenza salariale e l’assenza di una reale politica industriale, secondo il leader di Azione, non sarebbe solo responsabilità del governo ma anche di sindacati e associazioni di categoria. Calenda accusa poi Confindustria di non aprire bocca a riguardo mentre i sindacati ne parlano fin troppo con il rischio di banalizzare la questione:

“Ma su questi due temi ci giochiamo il futuro dell’Italia. Meloni dovrebbe convocare un gruppo di esperti – imprese, economisti, esperti di contratti – per elaborare un piano sulla competitività e il lavoro. I soldi ci sono (Pnrr), il ciclo economico lo richiede e l’argomento potrebbe trovare una sponda costruttiva nell’opposizione. E forse la smetteremmo di parlare di cronaca e pandoro”

Il discorso Pnrr

Nel suo intervento il Calenda ha fatto riferimento ai fondi del Pnrr per i quali, proprio nei giorni scorsi, il Governo ha inviato alla Commissione Europea la richiesta di pagamento della quinta rata.
Oltre dieci miliardi di euro che andranno ad aggiungersi ai 101,9 miliardi di euro delle prime quattro rate, che dovrebbero arrivare nei prossimi mesi, al termine del consueto iter di valutazione. Recentemente il fondatore di Azione ha parlato anche della manovra approvata dalla Camera dei Deputati lo scorso 29 dicembre.