Il nuovo anno porta con sé un potenziamento dell’Assegno unico, possibilmente accompagnato da nuove regole riguardo alla sua distribuzione. Grazie all’adeguamento al tasso di inflazione, non solo le pensioni, ma anche il sostegno universale per i figli, conosceranno un aumento. Questo comporterà un sollievo aggiuntivo per le famiglie, che hanno dovuto affrontare continui incrementi dei costi di vita, sebbene a un ritmo più moderato rispetto al passato, negli ultimi mesi.

Soglie Isee assegno unico 2024

L’Assegno unico per i figli è stato potenziato tramite la recente legge di Bilancio. Le risorse finanziarie destinate a questo scopo sono state aumentate: da 345,2 a 409,2 milioni di euro per il 2023, da 457,9 a 525,7 milioni per il 2024 e da 473 a 542,5 milioni per il 2025. A partire da gennaio dello scorso anno, l’importo mensile è stato incrementato dell’8,1%.

  • L’assegno è passato da 175 euro a 189,2 euro per le famiglie con un Isee fino a 16.215 euro,
  • da 50 a 54 euro mensili per coloro con un Isee superiore a circa 44.000 euro.

Le soglie Isee sono state oggetto di rivalutazione. In questo mese di gennaio 2024, l’assegno subirà un ulteriore aggiornamento grazie all’applicazione di una nuova rivalutazione.

L’indice Istat provvisorio sull’inflazione media nel 2023 è del 5,4%, sebbene manchino ancora i dati definitivi dell’ultimo trimestre dell’anno. È attesa la percentuale esatta di aumento secondo i calcoli dell’Istat.

Anche le soglie Isee subiranno leggere modifiche. Di conseguenza, l’Assegno potrebbe variare, diventando, ad esempio,

  • di 57,2 euro al mese (importo minimo) per coloro con un Isee oltre 45.575 euro,
  • di 199,4 euro al mese (importo massimo) per chi ha un Isee fino a 17.090 euro.

Maggiorazioni

Inoltre, la maggiorazione per i genitori lavoratori potrebbe salire a 34,15 euro per ogni figlio.

Tuttavia, l’aumento potrebbe non essere immediato, come accaduto l’anno scorso. Questo mese, l’Inps comunicherà le modalità operative per la distribuzione, che potrebbe non avvenire nella prima mensilità ma essere regolata in base al tasso definitivo a partire da marzo 2024.

Entro quella data, si prevede l’introduzione di una riforma dei requisiti per accedere all’assegno. L’Unione europea ha infatti sollevato delle obiezioni contro l’Italia riguardo alla disposizione che richiede almeno due anni di residenza per avere diritto all’assegno. Questo criterio è considerato contrario alle normative dell’UE sulla libera circolazione di cittadini e lavoratori. Per evitare pesanti sanzioni, il nostro Paese dovrà eliminare tale norma entro due mesi o presentare argomentazioni a sostegno delle restrizioni. Tuttavia, potrebbe profilarsi un allentamento di questo requisito.