Come funziona il pagamento delle tasse sui guadagni online nel 2024? Si può guadagnare senza pagare le tasse al Fisco? Sono molte le domande ricevute che sollevano il problema dell’obbligo della tassazione sui guadagni online. Il governo italiano, attraverso l’emanazione del D.lgs n. 32/2023, ha recepito le norme sulla tracciabilità delle vendite promosse nella Direttiva UE 2021/514 (DAC 7), attuata mediante specifico decreto emanato dall’Agenzia delle Entrate. Analizziamo nel dettaglio quando scatta l’obbligo di pagare le tasse al fisco per i guadagni online.

Tasse sui guadagni online

 Sono numerose le novità per il 2024, inclusa l’obbligo di pagare le tasse sui redditi prodotti dai guadagni online; pertanto, entro il 31 gennaio, le piattaforme, come ad esempio Booking, sono obbligate alla trasmissione dei dati reddituali per incassi superiori a 2.000 euro su 30 operazioni registrate nel 2023.

Nel corso dell’anno, precisamente entro il 29 febbraio, partirà lo scambio dei dati tra il fisco e i singoli Paesi dell’UE.

Nuova tassazione per le piattaforme online

 La nuova tassazione comporta un obbligo per i gestori delle piattaforme online di trasmettere i dati sui proventi delle vendite o servizi di tutti gli inserzionisti. L’esonero riguarda gli inserzionisti con meno di 30 operazioni per una somma complessiva che non supera i 2.000 euro annui.

Naturalmente, la trasmissione dei dati da parte delle piattaforme online avviene nel pieno rispetto degli obblighi di privacy e delle attuali normative vigenti.

Su quali guadagni online si pagano le tasse al fisco?

 È importante notare che è la piattaforma online a trasmettere i dati sulle vendite al fisco; pertanto, vanno indicati i guadagni provenienti dalle normali, nonché abituali, vendite di vestiti, auto e mobili, ma anche dagli affitti brevi.

In sostanza, lo scambio dei dati tra il fisco e i singoli Paesi dell’UE permetterà il regolare versamento delle tasse.

Entro il 31 gennaio 2024, i diversi gestori di piattaforme digitali dovranno comunicare al fisco i dati relativi alle vendite di beni e servizi realizzati dagli inserzionisti (contribuenti privati) tramite app e siti. Secondo quanto si legge su PMI.it, tutte le istruzioni inerenti alle nuove regole, lo scambio dei dati e altre informazioni tra fisco e gestori di piattaforme online sono state fornite nel provvedimento del 20 novembre 2023.

I dati degli inserzionisti nelle mani del fisco

Il nuovo obbligo riguarda le informazioni sia inerenti la vendita online che gli elementi personali riconducibili agli inserzionisti.

Non saranno tracciati i piccoli inserzionisti che generano meno di 30 attività annue, per un totale complessivo inferiore a 2.000 euro. La comunicazione dei dati riguarda le seguenti informazioni:

  • codice fiscale o IIN del soggetto che effettua la comunicazione;
  • corrispettivo versato;
  • indirizzo di posta elettronica del soggetto che effettua la comunicazione;
  • identificativo del conto finanziario;
  • informazioni di cui all’articolo 11, comma 1, del decreto legislativo n. 32/2023, tra cui i venditori registrati e che svolgono attività pertinente sulla piattaforma;
  • commissioni pagate (se dovute);
  • codice fiscale italiano, ove presente, dei venditori oggetto di comunicazione cui si riferiscono le informazioni;
  • per locazioni di beni immobili, affitti brevi, residenziali, commerciali e altro, saranno trasmessi anche i dati sulle operazioni.

Nuovi Adempimenti sui ricavi guadagnati online

I gestori delle diverse piattaforme sono obbligati a effettuare la registrazione presso le Amministrazioni finanziarie dello Stato di appartenenza; in caso di omissione, scattano sanzioni che oscillano da un minimo di 3.000 euro fino a un massimo di 31.500 euro.

È importante notare che la norma dovrà essere applicata su tutti gli incassi prodotti dalla vendita di beni e di servizi personali; pertanto, nell’obbligo rientra la locazione di beni immobili, altri beni immobili e spazi di parcheggio, inclusi gli immobili residenziali e commerciali, nonché le operazioni di noleggio di veicoli.

Nell’ipotesi in cui più gestori trasmettano le stesse informazioni, la “Comunicazione di assenza di dati da comunicare”, quindi l’omissione all’adempimento, scatta solo in presenza di comprovata trasmissione effettuata da altro gestore.

Quanti soldi si possono guadagnare senza pagare le tasse?

Le tasse sui guadagni online sono influenzate dalla residenza fiscale, la natura del reddito e la normativa vigente. In generale, i guadagni online sono tassati come qualsiasi altra forma di reddito. Le principali imposte coinvolte sono l’imposta sul reddito, l’IVA e tasse specifiche per alcune attività.

È importante notare che il limite di 5.000 euro si applica a un’attività saltuaria. Se l’attività è continua, potrebbe essere necessario aprire una partita IVA.

I ricavi online devono essere dichiarati al fisco, richiedendo adempimenti fiscali specifici in base all’attività e al regime fiscale scelto. La tassazione dipende da quest’ultimo, con l’applicazione di un’aliquota sul reddito generato dai ricavi online.

Si consiglia di consultare un esperto fiscale per valutare gli adempimenti legati alla professione e alla tipologia di attività commerciale scelta.