Al termine delle vacanze di Natale si tirano le somme. Le tirano soprattutto milioni di italiani fuori sede che tornano a lavorare lontani dalla loro terra. Dopo aver già affrontato il tema dei caro prezzi raccontando i disagi di tanti italiani nell’acquistare dei biglietti a prezzi sproporzionati per tornare a casa per le vacanze, un altro tema fondamentale è la continuità territoriale per le Isole. La Sardegna gode della continuità territoriale ormai da diversi anni, la Sicilia l’ha introdotta a partire da dicembre 2023 per far fronte ai disagi dei cittadini siciliani per i costi alti, rimborsando una parte del biglietto aereo. Due modelli diversi, con miglioramenti possibili da ambo le parti. 

Caro prezzi aerei e continuità territoriale

Il professore universitario sardo Gianfranco Fancello si occupa del tema da diversi anni e insieme al collega Roberto Devoto e Sandro Usai hanno stilato una proposta per un nuovo modello di continuità territoriale, applicabile per la Sardegna: “Bisogna definire un sistema che sia coerente con l’andamento del traffico aereo da e per la Sardegna. Occorre stabilire un nuovo modello di continuità territoriale. Se andiamo a controllare lo sviluppo del traffico dei passeggeri, possiamo notare che si verifica un andamento a campana: tanti passeggeri per le rotte più importanti tra aprile e settembre, invece da ottobre a marzo il numero dei passeggeri è molto minore”. 

Due modelli stagionali: spagnolo per l’estate, francese per l’inverno

Nello studio affrontato hanno studiato due modelli differenti: “Il primo si rifà al modello spagnolo e riguarda il periodo compreso tra aprile e settembre, generalmente chiamato “Summer” dalle compagnie aeree. Si basa sul “mercato libero aperto”, con compensazione diretta al passeggero e rimborso del 50% o del 75% dei prezzo del biglietto a seconda del costo”. 

In Spagna viene effettuato per le Isole Baleari, prese d’assalto nel periodo estivo grazie a luoghi turistici come Ibiza o Formentera che attirano milioni di turisti da tutto il mondo. “Siccome in Sardegna d’estate c’è tanto turismo e quindi la domanda dei voli aumenta, contingentare i voli con l’attuale modello di continuità territoriale è un errore. Occorre un mercato libero controllato, con un’azione di governance da parte della Regione Sardegna nell’orientare i vari enti. Quello di cui c’è bisogno adesso è di avere delle garanzie, cercando di organizzare al meglio il trasporto per la Sardegna con il continente, sia in Italia che in Europa. Bisogna fare dei controlli sugli slot aeroportuali, ci deve essere una suddivisione delle fasce orarie delle compagnie. Questa suddivisione dei mercati – continua Fancello – orienterebbe la concorrenza verso un calmieramento dei prezzi e non si creerebbe la situazione analoga a quella attuale, ovvero il monopolio di una compagnia”.
L’altro modello proposto segue la falsariga del modello francese applicato alla Corsica. “Dato che da ottobre a marzo la domanda si abbassa molto, bisogna proteggere il cittadino sardo garantendo comunque un numero standard di voli ogni giorno. Vorremmo che venisse stilato un bando che garantisca voli per i cittadini sardi e i principali scali. Gli operatori, quindi le compagnie aeree, potrebbero lavorare attraverso l’esercizio del monopolio come avviene tutt’oggi con Ita Airways per Cagliari o Aeroitalia per Olbia e Alghero. I trasporti da e per la Sardegna hanno bisogno di due modelli diversi di continuità, questi squilibri tra il periodo estivo e invernale non fanno bene agli scali sardi. A una domanda flessibile rispondiamo con una risposta rigida”.

“Finanziamenti insufficienti comparati a Baleari e Corsica”

La discussione si sposta poi su un altro tema cruciale per Fancello, la dotazione finanziaria: “Attualmente ogni cittadino sardo costa alla regione 25,40€ perché la Regione ha disposto 41 milioni di euro per i trasporti. Le Isole Baleari mettono a disposizione 200 milioni di euro annui, circa 180 a residente e il numero di abitanti è molto ridotto rispetto alla Sardegna. Oltre alle Baleari, se andiamo a controllare in Corsica, possiamo notare che la regione francese dispone 83 milioni di euro annui, 248€ a residente. I 41 milioni della Sardegna sono troppo pochi al momento, è un numero insufficiente per risolvere il problema. Andrebbero destinati almeno 100 milioni di euro.”

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Perché in Sicilia non funzionerebbe

Un discorso del genere non sarebbe fattibile invece per la Sicilia, che da poco ha introdotto scontistiche ai propri residenti per i principali scali italiani. Fancello dice che “per la Sicilia il discorso è diverso, in primis perché essendo più numerosi dei sardi, non c’è una curvatura a campana netta come in Sardegna. Basti pensare che la tratta Roma-Catania è la più trafficata in Italia lato passeggeri, quindi questo modello non farebbe al caso loro”.