A partire dal 3 gennaio, saranno liquidate le pensioni relative a gennaio 2024, comprensive della rivalutazione correlata all'incremento del costo della vita e all'adeguamento delle nuove aliquote Irpef, divenute effettive proprio in questo mese.
Esaminiamo in dettaglio gli aumenti legati all'adeguamento dei trattamenti previdenziali all'inflazione a partire dal 1° gennaio 2024, distinti per fasce di reddito, dalla più bassa alla più alta. Le pensioni equivalenti o inferiori a 4 volte l'importo minimo, fino a 2.272,76 euro, riceveranno un incremento del 100%, come stabilito dal decreto firmato dal ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti e dalla ministra del lavoro Maria Elvira Calderone: l'aumento effettivo, nel caso della rivalutazione completa, ammonta al 5,4% dell'assegno.
A titolo esemplificativo: una pensione di 1500 euro lordi mensili aumenterà di 5,4%, portandosi a 1.581 euro lordi al mese. Per le pensioni più elevate, invece, la percentuale di incremento diminuisce man mano che l'importo cresce.
Per finire, le pensioni che superano 10 volte l'importo minimo, con un assegno al di sopra dei 5.679,40 euro, subiranno un incremento del 22%, corrispondente a un aumento effettivo del 1,188%. A titolo esemplificativo, una pensione di 6000 euro si incrementerà del 1,188%, raggiungendo i 6.071 euro.
La novità della legge di bilancio 2024 riguarda specificamente la rivalutazione delle pensioni di valore elevato. Tale modifica si applica esclusivamente alle pensioni superiori a 10 volte il trattamento minimo Inps, con un tasso di rivalutazione del 22%, ridotto rispetto al 32% dell'anno precedente.
Nella comunicazione relativa al cedolino di gennaio 2024, l'Inps non ha menzionato possibili ritardi nel pagamento degli incrementi (come accaduto l'anno precedente per le pensioni superiori a 4 volte il minimo). Salvo imprevisti, quindi, gli aumenti saranno erogati già da questo mese per tutti i pensionati. L'ente previdenziale ha precisato che i pagamenti avranno inizio mercoledì 3 gennaio.
Un ulteriore piccolo incremento nel 2024 sarà determinato dalla rimodulazione delle aliquote Irpef, ridotte da quattro a tre. Tale riforma, a vantaggio sia dei lavoratori che dei pensionati, considera che l'imposta sul reddito è pagata da chiunque abbia un reddito. Il calcolo è più complesso e l'aumento relativo dipende dall'unione dei primi due scaglioni.
Chi percepisce un reddito di 25.000 euro avrà un vantaggio fiscale di 200 euro all'anno, che salirà a 260 euro per i redditi superiori a 28.000 euro. Tuttavia, per chi supera i 50.000 euro di reddito, è previsto un taglio lineare delle detrazioni di 260 euro, annullando gli effetti positivi della riforma. Al contrario, i lavoratori con un reddito inferiore a 15.000 euro potrebbero beneficiare di un aumento delle detrazioni dei redditi da lavoro (da 1.880 euro a 1.955 euro).
Contemporaneamente, sarà effettuato un conguaglio Irpef nei cedolini: il ricalcolo retroattivo delle ritenute sarà basato sull'ammontare complessivo delle sole pensioni erogate dall'Inps. Qualora le trattenute siano state inferiori all'importo annuale dovuto, le differenze saranno recuperate, come consuetudine, nelle rate di pensione di gennaio e febbraio 2024.