Per le imprese con almeno 50 dipendenti, è scattato l’obbligo di adottare gli adempimenti del whistleblowing del 2024, la procedura che consente di effettuare segnalazioni interne all’impresa (o esterne all’Autorità nazionale anticorruzione – Anac) di violazioni di disposizioni del diritto dell’Unione europea o della normativa nazionale. L’ultima platea delle imprese obbligate ad adottare gli adempimenti del whistleblowing – che consistono essenzialmente nell’attivazione del canale interno di segnalazione delle violazioni – è quella delle imprese di 50 dipendenti, obbligo scattato lo scorso 17 dicembre.

Tuttavia, il calcolo del personale dipendente deve seguire quanto prevedono le linee guida dell’Anac. Infatti, la determinazione del personale deve essere fatta sulla media dei lavoratori dipendenti dell’anno precedente.

Whistleblowing adempimenti 2024, chi deve adeguarsi?

Può capitare, allora, che l’obbligo di adottare il canale interno di segnalazione del whistleblowing non sia scattato nella seconda metà del mese di dicembre 2023 perché nel 2022 l’impresa raggiungeva un numero medio di dipendenti inferiore a 50.

Tuttavia, a fine 2023, il numero dei dipendenti potrebbe aver superato la soglia minima, ragione per la quale, a partire dal 1° gennaio 2024, scatta l’obbligo di adeguare il funzionamento dei canali interni di segnalazione, secondo quanto prevede la disciplina del decreto legislativo numero 24 del 10 marzo 2023.

Whistleblowing adempimenti 2024, come deve essere il canale interno di segnalazione?

Peraltro, l’obbligo scatta anche per quelle imprese, con numero di dipendenti inferiore a 50, che abbiano adottato i sistemi di organizzazione e di gestione previsti dal decreto legislativo 231 del 2001. Per quanto concerne l’istituzione del canale interno di segnalazione, gli adempimenti dell’impresa consistono nel prevedere sia un canale scritto, analogico (eventualmente con posta cartacea mediante la quale il segnalatore o whistleblower può effettuare la segnalazione) o informatico, da attuare mediante una piattaforma online.

La segnalazione mediante la posta elettronica è stata ritenuta dall’Autorità nazionale anticorruzione non idonea. Accanto al canale scritto e informatico, le linee guida dell’Anac prevedono l’adozione anche di un canale orale. Quest’ultimo deve essere attivato mediante una linea telefonica o dei sistemi di messaggistica vocale. Si può ricorrere, inoltre, anche a un incontro diretto che deve essere fissato entro un termine che il decreto legislativo 24 del 2023 definisce “ragionevole”.

Quali passaggi?

Accanto all’istituzione del canale di segnalazione della procedura di whistleblowing, il decreto legislativo 24 del 2023 prevede tutta una serie di adempimenti in merito alla gestione della segnalazione. A tal proposito, si ricorda che l’obiettivo principale della normativa in merito all’intera procedura deve essere quella di garantire la riservatezza del soggetto segnalante, degli altri soggetti che entrano in rapporto con il segnalante e con la segnalazione stessa. Ecco come trattare una segnalazione anonima.

Come deve essere gestito il canale interno di segnalazione?

Ciò al fine di garantire che il segnalante non sia destinatario di situazioni di ritorsione. Chi gestisce il canale di segnalazione interno dell’impresa può essere una persona o un ufficio interno autonomo dedicato. In ogni caso, le risorse che si occupano di gestire le segnalazioni devono essere adeguatamente formate, sia per quanto riguarda la privacy e la riservatezza della segnalazione, sia per quanto concerne le procedure stesse del whistleblowing. L’impresa potrebbe avvalersi anche dei servizi offerti da un soggetto esterno.

Modello 231 del 2001

Tra gli ulteriori adeguamenti della disciplina, vi è quello delle imprese che abbiano adottato un modello 231 del decreto legislativo del 2001. In tal caso, la procedura di whistleblowing, nel sistema disciplinare quale parte integrante del modello, deve prevedere delle sanzioni nei confronti dei soggetti responsabilità di violazioni previste dalla nuova disciplina.