È un quadro allarmante quello che emerge analizzando la situazione dei pronto soccorso italiani. I giorni di festa certo non hanno allentato la pressione, anzi; mentre le prospettive future non sono incoraggianti, considerando la riduzione del personale.
Il presidente della Simeu denuncia P.s. al collasso: le situazioni più gravi nel Lazio e in Lombardia
Oltre 1100 pazienti in attesa di ricovero nel Lazio, in Lombardia sono stati addirittura sospesi. Ciò che descrive all’agenzia Ansa Fabio De Iaco, presidente della Simeu, Società italiana di medicina di emergenza urgenza, sembra uno scenario di guerra, parlando inoltre di tempi d’attesa infiniti.
A livello nazionale – dice De Iaco – stiamo registrando una fortissima pressione su tutti i Ps e in varie regioni sono stati attivati piani contro il sovraffollamento da parte di ospedali e aziende sanitarie. I piani sono mirati al reperimento di ulteriori posti letto ma, dal momento che questi sono cronicamente insufficienti, non si può fare altro che sottrarli ad altre specialità come per esempio chirurgia. Stiamo cercando di garantire il servizio, ma ci troviamo in una situazione di difficoltà estrema. Moltissimi sono stati i medici che non hanno potuto riposarsi né a Natale né a Capodanno: le ferie sono un lusso.
Sopralluogo dei consiglieri regionali dem a Roma: “L’acquisto di posti letto ai privati non ha portato a nulla”
Grido d’allarme lanciato anche dai consiglieri regionali del Lazio Emanuela Droghei e Massimiliano Valeriani del Pd che stamani hanno effettuato un sopralluogo al policlinico “Umberto I” e al “Sant’Andrea”, a Roma.
Ambulanze davanti ai pronto soccorso che fungono da barelle per mancanza di posti letto – scrivono i due consiglieri – carenza di personale e ancora tanti pazienti positivi al Covid. Questa grave situazione è la conseguenza del fallimento della politica sanitaria dell’amministrazione Rocca. L’acquisto di posti letto dai privati, come avevamo ampiamente previsto, non ha portato a nulla. Per non parlare poi del ritardo sulla campagna vaccinale, una pericolosa dilazione denunciata anche dalle associazioni dei medici, che hanno spesso lamentato la difficoltà di reperire i vaccini.
Nei giorni scorsi, intanto, era scattato l’allarme delle Nazioni unite sulle minacce alla nostra salute alle porte.