Quanti soldi ci vogliono per aprire un bed and breakfast? Sempre più frequentemente, i proprietari di case o appartamenti spaziosi, con più di 3 o 4 camere, optano per dedicare le loro proprietà all’ospitalità, senza tuttavia considerarsi imprenditori a tutti gli effetti, ma piuttosto con l’obiettivo di integrare il proprio reddito. Questa forma di ospitalità è comunemente conosciuta come b&b in forma non imprenditoriale. In queste situazioni, il proprietario dell’immobile deve mantenere la sua residenza (o domicilio durante il periodo di attività), contraddistinguendo il b&b da altre strutture ricettive con natura imprenditoriale.

Quanti soldi ci vogliono per aprire un bed and breakfast?

Quanto costa aprire un B&B? Per rispondere subito alla domanda, diciamo che per aprire un un bed and breakfast bisogna essere in grado di fare un investimento iniziale di almeno 30mila euro. Ma andiamo con ordine.

Il bed and breakfast rappresenta una scelta popolare, caratterizzata da obblighi e costi differenti rispetto ad altre tipologie di strutture ricettive. Un b&b, sia nella sua forma imprenditoriale che non imprenditoriale, è una struttura extralberghiera che offre sistemazioni e la prima colazione.

Vi sono, inoltre, alcuni requisiti essenziali da considerare:

  • Mentre il b&b è gestito da uno o più proprietari che affittano singole camere per periodi specifici, una struttura ricettiva di natura imprenditoriale è un edificio interamente dedicato all’ospitalità, aperto durante tutto l’anno e gestito da uno o più imprenditori privati.
  • Il numero di stanze in un b&b non deve superare un limite specifico (che varia da 3 a 6 camere a seconda della regione), con alcune regioni che stabiliscono anche limiti riguardo al numero di posti letto, sia per la forma imprenditoriale che non imprenditoriale.
  • Nei b&b, esiste un tetto massimo per la permanenza degli ospiti, a differenza delle attività ricettive gestite come imprese.

Le normative che regolano l’apertura di un b&b sono disciplinate dalle singole Regioni, in conformità con la legge quadro n° 135 del 29 marzo 2001 per il settore turistico-alberghiero. Sono, quindi, le leggi regionali a definire criteri come il numero massimo di posti letto (variabile da 6 a 20) e camere (da 3 a 6), nonché le regole operative (ad esempio, la durata massima della permanenza dei clienti).

Regime fiscale più conveniente

Esaminiamo le varie opzioni riguardo all’avvio di un bed and breakfast, sia con o senza Partita IVA, focalizzandoci sui vantaggi e gli svantaggi di entrambe le situazioni.

Apertura di un b&b senza Partita IVA

L’avvio di un bed and breakfast può avvenire senza la necessità di aprire una Partita IVA. In questa modalità, l’attività viene esercitata sporadicamente e in modo occasionale, senza la strutturazione propria di un’impresa e l’utilizzo dei mezzi tipici di un’attività professionale. Pertanto, un b&b svolto in questa forma deve fare affidamento sull’organizzazione familiare, non coinvolgendo dipendenti, soci o collaboratori. Da un punto di vista fiscale, questa attività viene considerata saltuaria e non soggetta all’applicazione dell’IVA. Di conseguenza, non sono richiesti adempimenti relativi alla contabilità IVA, ai contributi previdenziali INPS, all’iscrizione presso la Camera di Commercio o all’iscrizione all’INAIL.

I proventi derivanti dall’attività del b&b vengono dichiarati come “redditi diversi” nell’ambito dell’IRPEF e tassati come redditi commerciali non esercitati abitualmente. Il reddito del b&b viene calcolato sommando le ricevute rilasciate, al netto delle spese documentate attraverso ricevute o fatture fiscali. Le aliquote IRPEF variano a seconda della fascia di reddito: al 23% fino a 28 mila euro, al 35% da 28 mila a 50 mila euro, al 43% oltre i 50 mila euro di reddito.

In alternativa, è possibile optare per l’applicazione della cedolare secca, con aliquote che vanno dal 26% al 21% per i redditi derivanti dalla locazione breve di immobili destinati a b&b non imprenditoriali. La cedolare secca sugli affitti brevi sarà del 26% per i proprietari che affittano più di un immobile, mentre sarà del 21% per un solo immobile affittato.

Apertura di un b&b come attività imprenditoriale

Quando il reddito derivante dal b&b supera certi limiti e non può più essere considerato saltuario, diventa necessario aprire una Partita IVA e scegliere il regime fiscale più conveniente. Fino a un introito di 85.000 euro annui, il regime forfettario è la soluzione più adatta e conveniente per due semplici ragioni:

L’Agenzia delle Entrate prevede un basso coefficiente di redditività (fissato al 40%) per questa tipologia di attività; I proprietari che affittano camere b&b non devono pagare i contributi fissi obbligatori all’INPS, ma solo quelli variabili in base al reddito.

Per i b&b che scelgono il regime forfettario, è prevista un’imposta sostitutiva del 15% sul reddito imponibile netto. Inoltre, per i nuovi imprenditori con Partita IVA, l’aliquota del 15% può essere ridotta al 5% per i primi cinque anni (dal sesto anno in poi, si applica l’aliquota piena del 15%).

Tuttavia, per accedere a tale agevolazione, occorre soddisfare alcuni requisiti specifici:

Il titolare non deve aver svolto, nei tre anni precedenti all’apertura dell’attività, altre attività d’impresa in forma associata o familiare; La nuova attività non deve costituire un’ulteriore continuazione di un’attività già svolta, sia come libero professionista che come dipendente; Se l’attività è stata precedentemente esercitata da un altro soggetto, è necessario verificare che gli incassi dell’anno precedente siano coerenti con i requisiti richiesti per aderire al Regime forfettario.

Oltre all’imposta sostitutiva, è necessario versare all’INPS i contributi calcolati su un’aliquota del 24,09% (applicata sempre sul 40% del reddito imponibile lordo).

Costi e agevolazioni

L’avvio di un bed and breakfast richiede un investimento iniziale che può variare da 30.000 a 40.000 euro. Questa somma include i costi legati alle pratiche burocratiche, consulenze, interventi di ristrutturazione dell’immobile, l’arredamento delle camere, bagni e spazi comuni, nonché le spese di marketing per promuovere il b&b.

Per agevolare l’apertura di nuove attività extralberghiere, i proprietari possono beneficiare di finanziamenti e contributi a fondo perduto dedicati al settore turistico-ricettivo. Uno di questi incentivi è rappresentato dal contributo Nuove Imprese a Tasso Zero di Invitalia, volto a sostenere giovani imprenditori tra i 18 e i 35 anni e donne di tutte le età nell’avviare nuove imprese, inclusa l’apertura di un b&b. Questo finanziamento, senza interessi, può coprire fino al 90% delle spese ammissibili.

Un altro supporto finanziario è Resto al Sud, sempre gestito da Invitalia. Questo incentivo si rivolge a individui tra i 18 e i 55 anni che intendono aprire nuove attività imprenditoriali e professioni libere in alcune regioni meridionali e nelle aree colpite da eventi sismici recenti nel Centro Italia. Copre il 100% delle spese ammissibili attraverso un contributo a fondo perduto del 50% e un finanziamento bancario del 50%, garantito dal Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese (senza oneri di interesse a carico del richiedente).

Le Regioni e Province Autonome offrono ulteriori agevolazioni, finanziamenti e contributi a fondo perduto. Resta aggiornato sulle opportunità per l’apertura o il rinnovo di strutture ricettive seguendo le news di InfoHOTEL.