Cos’è il test di Lang? Il test di Lang consiste in una prova rapida per individuare l’insorgenza di eventuali anomalie al campo visivo in età infantile.

Si tratta infatti di un metodo che permette di capire quando i bambini sono affetti da disturbi alla visione stereoscopica, vale a dire al corretto comportamento d’insieme dei due occhi.

La visione stereoscopica permette al soggetto di elaborare  due immagini catturate dagli occhi in un’unica tridimensionale.

È proprio questa funzione, detta stereopsi, a consentire di avere informazioni sulla profondità e sulla reciproca posizione degli oggetti che ci circondano.

Per la corretta visione stereoscopica è indispensabile che i due occhi mirino allo stesso punto.

Un eventuale disallineamento, dovuto a fattori motori o sensoriali, crea infatti anomalie al campo visibile. 

Cos’è il test di Lang: a cosa serve e a che età eseguirlo

Il test prende il nome dal suo ideatore, l’oftalmologo svizzero Joseph Lang e nasce dallo sviluppo dei suoi studi circa lo strabismo e la visione binoculare.

L’obiettivo del test è eseguire una diagnosi precoce su eventuali disturbi alla visione stereoscopica già dall’età infantile.

La prova non misura invece l’entità della vista ma può dare solo un’indicazione sul disturbo nella funzione stereoscopica. 

È importante sottolineare che non sostituisce mai un esame oculistico completo.

Sono attualmente disponibili due versioni del test. La prima si compone di tre oggetti, un’automobile, una stella e un gatto, mentre la seconda ne ha quattro, luna, un camion, un elefante e una stella.

In quest’ultima versione, la stella ha una colorazione molto più scura tale che possa essere distinguibile anche da un solo occhio.

Il test può essere eseguito già tra i 4 e i 6 mesi di vita, ma è necessario che il soggetto stia fermo e in silenzio davanti alle figure proposte.

Per questo motivo è più frequente che venga effettuato tra il compimento del primo e il secondo anno di vita.

Le fasi del test

Per valutare la visione stereoscopica del bambino occorre posizionarsi frontalmente a lui.

Solo così si potranno considerare gli spostamenti oculari e analizzare il corretto comportamento.

A questo punto si procederà con il mostrare il cartoncino plasticato su cui sono raffigurate le varie immagini. Questo deve essere posto in maniera perpendicolare al campo visivo e ad una distanza di circa 40 centimetri.

Nella fase successiva si sollecita il bambino chiedendo se abbia o meno individuato l’immagine raffigurata, mentre si annotano i movimenti oculari mentre il soggetto tenta di individuare la prima figura.

Una volta riconosciuta la prima, si passa nel sollecitare la ricerca delle altre immagini, eventualmente tramite la descrizione di esse.

La perfetta funzione visiva permette di individuare distintamente tutte le figure e di valutare quali siano maggiormente in risalto.

Nell’intera procedura occorre evitare che il bambino sottoposto al test esegua i cosiddetti movimenti “flip-flop” di eccessivo avvicinamento all’immagine.

Allo stesso scopo il bambino non dovrà reggere in mano autonomamente il cartoncino delle figure.

Chi esegue il test non deve cercare, nemmeno involontariamente, di suggerire la risposta esatta.

Attenzione poi a non esporre i cartoncini a fonti di calore intenso perché il materiale potrebbe deformarsi e di conseguenza rendere nullo il risultato del test.

Interpretazione del risultato

Convenzionalmente il test di Lang ha esito positivo quando il soggetto ha individuato correttamente tutte le figure proposte sia per descrizione che per localizzazione.

Il bambino ha pertanto una normale funzione stereoscopica e non è necessario eseguire ulteriori esami.

Viceversa, la prova è negativa quando il bambino non riesce a vedere alcun immagine.

In questo caso si noterà il soggetto come assente davanti ai cartoncini.

Gli occhi, seppur rivolti verso il test, sembrano osservare altrove.

Tale risultato obbliga ad eseguire esami oculistici più approfonditi per valutare la natura del disturbo oltre che ad analizzare l’acuità visiva.