Dopo l’omicidio della figlia Giulia, morta lo scorso 11 novembre per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta, ora detenuto a Montorio, nel Veronese, Gino Cecchettin avrebbe deciso di affidarsi all’agenzia di comunicazione londinese Andrew Nurnberg, che d’ora in poi dovrebbe curare i suoi rapporti con la stampa. A renderlo noto è il Gazzettino di Venezia.
Gino Cecchettin e l’agenzia di comunicazione londinese ingaggiata dopo l’omicidio della figlia
Oltre ad impegnarsi per la diffusione di iniziative contro la violenza sulle donne negli ambienti di lavoro e scolastici, Gino Cecchettin potrebbe anche decidere di pubblicare un libro sulla storia della figlia Giulia, morta per mano dell’ex fidanzato lo scorso 11 novembre.
È ciò che in molti hanno pensato dopo aver appreso che d’ora in avanti a curare i rapporti dell’uomo con la stampa sarà l’agente Barbara Barbieri della Andrew Nurnberg, che oltre ad occuparsi di comunicazione rappresenta autori di tutto il mondo, come l’italiana Ada D’Adamo, vincitrice dell’ultima edizione del premio Strega.
Una notizia diffusa dal Gazzettino, ma non ancora confermata o smentita dal diretto interessato, che dopo l’omicidio della 22enne aveva deciso di prendersi una pausa dal lavoro e dai social, facendosi paladino della parità di genere e venendo travolto dalle polemiche per presunti vecchi post “sessisti” pubblicati su Twitter.
La nuova vita dopo la morte di Giulia
Dopo aver passato un mese sotto i riflettori, durante le festività appena trascorse, le prima senza Giulia, i suoi familiari hanno deciso di mantenere il massimo riserbo. A parlare, attraverso i social, è stato solo lo zio Andrea Camerotto, che dopo aver fatto visita alla nipote al cimitero ha condiviso la foto di una commovente lettera lasciata da un ragazzo, Filippo, sulla sua tomba.
Gino Cecchettin e i due figli Elena e Davide avrebbero passato il Natale a Vienna. Nelle settimane precedenti, la sorella della 22enne, intervistata da un’inviata della trasmissione televisiva Quarto Grado, era tornata a parlare di Filippo Turetta e del rapporto ossessivo che lo legava alla giovane, sostenendo che avesse capito come ricattarla emotivamente per continuare a vederla e a sentirla nonostante la fine della loro relazione.
I due, infatti, si erano lasciati ad agosto. Non era la prima volta che accadeva: Giulia non sopportava più gli atteggiamenti possessivi del ragazzo, che addirittura era arrivato a chiederle di rinviare la sua discussione di laurea affinché potessero raggiungere quel traguardo insieme, visto che lui era rimasto indietro con gli esami. Le faceva pesare di passare del tempo con le amiche e con la famiglia.
Continuava a ripeterle che senza di lei non ce l’avrebbe fatta, che, se si fosse allontanata, lui avrebbe potuto anche arrivare ad uccidersi, continuando a tenerla legata a sé. Secondo i legali della famiglia Cecchettin, Stefano Tigani e Nicodemo Gentile dell’Associazione Penelope, la “assediava psicologicamente”.
Per questo proveranno a fargli riconoscere l’aggravante dello stalking, che potrebbe andare ad aggiungersi a quelle dei motivi abietti e futili e della premeditazione, al vaglio degli inquirenti. Al momento l’accusa è di sequestro di persona e omicidio volontario aggravato dal vincolo affettivo. Presto però potrebbe essere riqualificata.
La ricostruzione del delitto
Lo scorso 11 novembre i due ragazzi avevano appuntamento per andare al centro commerciale: attorno alle 18 Filippo era passato a prendere Giulia e insieme si erano recati a Marghera, vicino Venezia, dove più tardi sarebbero stati avvistati ai tavolini di un McDonald’s.
La ragazza non avrebbe mai fatto ritorno: a serata inoltrata il padre, preoccupato, ne aveva denunciato la scomparsa. Qualche giorno dopo, nel corso delle ricerche, il corpo di sua figlia era stato trovato senza vita in un canalone nei pressi del lago di Barcis. Secondo le ricostruzioni sarebbe stata uccisa “in due atti di inaudita ferocia”.