Un visto rappresenta una concessione fondamentale per i cittadini extracomunitari che intendono entrare in Italia. Rilasciato dall’Ambasciata italiana o dal Consolato nel paese di origine del richiedente, il visto permette l’ingresso e la permanenza in Italia per un determinato periodo. In questo articolo andremo a vedere cosa significa residenza elettiva, quanto dura questo tipo di visto e quali sono le differenze con la residenza fiscale.

Visto per residenza elettiva: cos’è e requisiti

In Italia, i visti sono categorizzati principalmente in tre tipi:

  • Visto A per transito aeroportuale;
  • Visto C per soggiorni di breve durata (fino a 90 giorni);
  • Visto D per soggiorni di lunga durata (oltre 90 giorni).

Ogni categoria si divide ulteriormente in varie tipologie, come il Visto Schengen Unificato (VSU), Visto Nazionale di Lungo Periodo (VN), Visto Territoriale Limitato (VTL), e Visto Transito Aeroportuale (VTA).

Tra le diverse tipologie di visti, il visto per residenza elettiva riveste un’importanza particolare. È destinato a cittadini extracomunitari, come i pensionati o persone con redditi elevati, che scelgono di vivere in Italia senza contratti di lavoro ma disponendo di risorse economiche autonome. Questo visto richiede la dimostrazione di entrate continue e una stabilità patrimoniale, con una soglia reddituale minima fissata dalla legge.

La residenza elettiva non è solo per il richiedente del visto, ma può essere estesa al coniuge convivente, ai figli minori o maggiorenni conviventi e a carico del familiare che assicura il loro mantenimento. Per ottenere questo tipo di visto, come scritto, i richiedenti devono dimostrare di avere risorse economiche stabili e regolari non inferiori a 31.000 euro all’anno, garantite da rendite, pensioni, proprietà immobiliari, attività economico-commerciali, o altre fonti di reddito diverse dal lavoro subordinato.

Questa somma è incrementata del 20% per il coniuge convivente e del 5% per ciascun figlio. Inoltre, è necessario stipulare una polizza assicurativa sanitaria valida nell’area Schengen con una copertura minima di 30.000 euro e dimostrare di avere un’abitazione in Italia.

Come ottenere il permesso di soggiorno per residenza elettiva

Dopo l’ingresso in Italia con un visto per residenza elettiva, è necessario richiedere il permesso di soggiorno entro 8 giorni. Per questo, è indispensabile compilare il Kit per il permesso di soggiorno e presentarlo alla Questura competente. Tra i documenti necessari figurano una marca da bollo, fotocopia del passaporto, documentazione che attesti le risorse economiche e una polizza assicurativa sanitaria.

Le differenze con la residenza fiscale

L’ingresso in Italia con un visto per residenza elettiva porta con sé considerazioni importanti in termini fiscali. A differenza di coloro che entrano con il visto D, che devono lavorare e stabilire la residenza in Italia, coloro che entrano con un visto per residenza elettiva devono dichiarare di avere risorse proprie e stabilirsi in Italia senza svolgere attività lavorative. Questa distinzione ha implicazioni significative per le tasse e per l’interpretazione della normativa fiscale italiana.

Secondo la normativa italiana, la residenza fiscale è determinata da criteri quali l’iscrizione anagrafica, il domicilio e la dimora abituale. Pertanto, i residenti elettivi devono dimostrare di volersi stabilire in Italia con continuità. L’ottenimento del visto per residenza elettiva non equivale automaticamente all’assunzione della residenza fiscale in Italia, ma dipende dall’intenzione di trasferire in Italia il centro degli interessi personali e familiari.

Un caso recente riguardante un cittadino britannico ha sollevato questioni importanti sulla residenza fiscale. Sebbene avesse ottenuto un visto per residenza elettiva, non aveva richiesto il permesso di soggiorno né si era iscritto all’anagrafe italiana, sollevando dubbi sulla sua effettiva residenza fiscale in Italia. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che l’ottenimento del visto per residenza elettiva non determina automaticamente la residenza fiscale in Italia, ma dipende dalle reali intenzioni di stabilirsi nel Paese.

Durata e rinnovo del permesso

Il permesso di soggiorno per residenza elettiva ha una validità annuale e può essere rinnovato a condizione che i requisiti iniziali rimangano validi. Tuttavia, se il soggiornante resta fuori dall’Italia per più di 6 mesi continuativi senza giustificati motivi, il permesso può non essere rinnovato. Dopo 5 anni di soggiorno in Italia, è possibile richiedere la Carta di soggiorno UE, e dopo 10 anni, la cittadinanza italiana.