Valutazioni in corso dalle parti di casa Napoli, concentrate nel presente ma con sguardo anche al futuro, con protagonisti Giacomo Raspadori e Giovanni Simeone. Con in mezzo Victor Osimhen. Nessun litigio, nessuna diatriba, semplice analisi dovuta alla partenza della punta nigeriana per la Coppa d’Africa, che apre il dubbio amletico dalle parti di Partenope: chi lo sostituirà?
Perchè Mazzarri ha questa grana da risolvere, che sopratutto potrà dire molto anche sul futuro della squadra. La cura del tecnico livornese non sta facendo ancora effetto, serve la scossa che deve arrivare anche senza Osimhen, va gonfiata la rete con continuità. Con il mister che ragiona sul da farsi.
Napoli, sfida a due tra Raspadori e Simeone
Punto interrogativo da trasformare in esclamativo quello relativo a chi mettere in attacco in casa Napoli. Tempo non ce n’è, dato che Mazzarri è chiamato a dare risposte dopo un inizio non irreprensibile. Da quando è tornato sulla panchina azzurra, il tecnico livornese ha messo in fila 6 partite per un totale di due vittorie (tre contando i tre punti in Champions ottenuti contro il Braga), tre sconfitte (cinque con il ko contro il Real Madrid e la batosta in Coppa Italia con il Frosinone) e un pareggio.
Troppo poco per cancellare il ricordo di Rudi Garcia. E adesso anche la Coppa d’Africa, che oltre ad Anguissa non permetterà a Mazzarri di poter contare su Osimhen. Mazzarri si affiderà dunque ad uno tra Raspadori e Simeone, anche se il tecnico pondererà la scelta a dovere.
Ad oggi la preferenza sembra pendere per l’ex Sassuolo, visto come quel giocatore dalle caratteristiche idonee al gioco mazzariano. Parlano i numeri, almeno per quanto riguarda il Cholito: da inizio stagione Simeone ha collezionato 13 presenze totali su 18, quasi tutte da subentrato, due solo da titolare.
Ma ciò che fa più rumore è il minutaggio relativo alla sua presenza in campo, dato che Giovanni da subentrato non è rimasto sul rettangolo verde per più di venti minuti. Poco, pochissimo. Non servono indizi per capire che ad oggi Raspadori è preferito a lui, viene visto come quell’attaccante moderno capace di poter coprire più ruoli, ma sopratutto offrire più soluzioni offensive davanti, risultando imprevedibile in zona gol.
Non come Simeone, classico bomber d’area pronto a tramutare in rete il pallone buono, punta vecchie maniere. Anche se Mazzarri da questo punto di vista vuole più dialogo con i compagni di reparto, vedendo più adatto Raspa, con buona pace di Giovanni che però non sta a guardare.
I dubbi del Cholito
Simeone junior comincia a non sopportare più la situazione. Si aspettava tutt’altro atteggiamento, pur sapendo di avere davanti un mostro come Osimhen. Senza il nigeriano poi era convinto di essere utilizzato di più, ma la partita contro il Monza è stata una vera doccia fredda per lui, entrato a cinque minuti dalla fine nonostante il risultato fosse ancora sullo 0-0.
La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, dato che l’argentino ci è rimasto male per questo utilizzo minimo. Come se si fosse sentito messo da parte, non è sereno. Ecco perchè la richiesta di cessione è arrivata subito, se deve giocare così poco Simeone preferisce cambiare aria.
Scende in campo De Laurentiis
Gli estimatori non mancano, sia in Italia che in Europa. Ma ad opporsi è stato il presidente Aurelio De Laurentiis che ha ribadito la volontà di tenerlo in azzurro. ADL crede in lui, è convinto dell’investimento fatto, ma sopratutto non vorrebbe concentrarsi su un altro reparto da rinforzare in questa sessione di mercato, dato che si deve occupare già di difesa e centrocampo.
Da capire se questo amore dichiarato basterà a far rimanere Simeone a Napoli. Se le cose non dovessero cambiare però, la sensazione è che il discorso si riaprirebbe a giugno, dove con ogni probabilità il Cholito dirà addio.