Per il Bitcoin ci si attende un anno di grande crescita. L’icona crypto è infatti ormai da mesi al centro delle discussioni, legate in particolare a due eventi: la prevista approvazione di un ETF spot da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, che dovrebbe avere luogo nella prima metà del mese in corso, e il quarto halving, atteso invece tra marzo e maggio.

Il concatenarsi di questi due eventi, secondo tutti gli analisti, dovrebbe tradursi in una poderosa spinta per la regina delle criptovalute. Una crescita la quale sta naturalmente destando grandi appetiti tra gli investitori, sia istituzionali che al dettaglio. La domanda che i secondi si pongono, però, è la seguente: meglio l’acquisto diretto di Bitcoin, oppure l’adesione ad un Exchange Traded Fund (ETF), tra quelli già esistenti o che potrebbero arrivare nell’immediato futuro?

Bitcoin: come acquistare direttamente il token

L’acquisto diretto di Bitcoin può avvenire facendo leva su un exchange, centralizzato o meno, ma per poterlo condurre a termine occorre procedere ad un passo preliminare, ovvero dotarsi di un wallet. Si tratta di un portafogli elettronico destinato a conservare il controllo dei propri token, il quale può essere hardware oppure sotto forma di software. Naturalmente, prima di dotarsi di uno di essi sarebbe il caso di informarsi al meglio su vantaggi e svantaggi che questi wallet possono assicurare in tema di conservazione delle chiavi private collegate al proprio tesoro virtuale.

Una volta espletato questo primo passo, è arrivato il momento di decidere quale strada praticare per l’acquisto della quantità di token desiderata. Per farlo è possibile scegliere tra due opzioni:

  • exchange centralizzato (CEX);
  • scambio peer-to-peer (DEX).

Si tratta in effetti di due modalità molto differenti di compravendita crypto. I CEX, infatti, obbligano gli utenti a lasciare le proprie chiavi private alla piattaforma, con tutti i rischi che possono conseguirne. Basta in effetti riandare col pensiero ai crac di Mt. Gox e FTX per capire come il rischio sia dietro l’angolo.

I DEX, invece, lasciano totale libertà ai propri utenti, i quali devono solo collegare il proprio wallet alla piattaforma, senza fornire chiavi private. In questo caso, però, al vantaggio collegato all’Automated Market Maker (AMM) si va ad aggiungere la necessità di essere in possesso di competenze adeguate, per non incappare in errori sanguinosi.

Per chi vuole tagliare corto con ogni genere di complicazione tecnologiche, però, c’è un’ulteriore possibilità, quella rappresentata dagli ETF su Bitcoin. Di cui, appunto, si sta parlando moltissimo nel corso degli ultimi mesi.

EFT su Bitcoin: di cosa si tratta?

ETF, come abbiamo già ricordato in avvio, è l’acronimo di Exchange Traded Fund. Si tratta di fondi d’investimento a gestione passiva, i quali vengono negoziati sulle piazze finanziarie di ogni parte del mondo. Si tratta di classici derivati, ovvero strumenti che vanno a replicare il prezzo di un asset sottostante, che nel nostro caso, per l’appunto, è Bitcoin.

Rispetto all’acquisto diretto, sono in grado di offrire un notevole vantaggio, non obbligando i possessori alla loro conservazione. Chi acquista quote di questi ETF opera in pratica una scommessa sul calo o sulla crescita della quotazione dell’icona inventata da Satoshi Nakamoto. Non ci sono preoccupazioni relative alle scorrerie dei pirati informatici, timori di smarrire le chiavi private e altri problemi di carattere tecnologico.

Al momento ne esiste più di uno, ma quello di cui si sta tanto parlando in questi giorni è l’ETF spot che vede tra i suoi proponenti BlackRock, ovvero il più grande fondo di gestione patrimoniale del mondo. In questo caso, però, si tratta di una modalità di trading ulteriormente diversa. Questo fondo, infatti, non si limiterebbe a replicare un asset sottostante, ma lo andrebbe a possedere direttamente. Chi dovesse aderire, in caso si sua approvazione da parte della SEC, possiederebbe perciò BTC, in quantità proporzionale al denaro versato nel fondo. il vantaggio sarebbe da ravvisare nella condivisione dei vantaggi, senza dover però detenere fisicamente il bene.

Possesso diretto o ETF? L’importante è partire dalle proprie esigenze

Per capire se sia meglio aderire all’una o all’altra ipotesi, la cosa migliore da fare è analizzare attentamente il proprio profilo d’investitore e le proprie esigenze. Per chi possiede competenze tecnologiche e finanziarie di livello, l’acquisto diretto, meglio ancora se tramite DEX, può rappresentare una notevole opportunità.

Se, al contrario, non si intende combattere con questo genere di complicazioni e si intende soltanto provare ad intercettare la possibile forte crescita di cui è accreditato Bitcoin nel corso dei prossimi mesi, l’ETF potrebbe essere lo sbocco più logico.