Mese caldo, quello di gennaio 2024, per le segnalazioni di chi faccia affitti brevi, vendite online e noleggi tramite le piattaforme internet che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta. Entro il 31 gennaio, infatti, le piattaforme saranno obbligate a comunicare i dati all’Agenzia delle entrate di chi faccia affari sul web, a eccezioni di alcune situazioni di marginalità o di grandi fornitori. Saranno obbligate le grandi piattaforme estere per i residenti in Italia, al pari delle piattaforme italiane per i dati che andranno a favore (in uno scambio di informazioni al fine di diminuire l’evasione fiscale internazionale) delle autorità fiscali estere.

Il sistema è dunque al debutto e attua quanto prevede la direttiva cosiddetta “Dac7” (Direttiva 514 del 22 marzo 2021), recepita in Italia dal decreto legislativo numero 32 del 2023.

Affitti brevi, vendite online e noleggi: entro il 31 gennaio 2024 le segnalazioni al Fisco, ecco per chi

Conto alla rovescia per chi fa affitti brevi su internet mediante le piattaforme online, ma anche vendite di beni e servizi oltre a noleggi di tutte le tipologie di mezzi di trasporto. Entra nel vivo in questo mese di gennaio 2024, infatti, ciò che prevede la direttiva europea “Dac7”, recepita in Italia dal decreto legislativo numero 32 del 2023. Nel dettaglio, le piattaforma che realizzano l’incontro tra la domanda e l’offerta, sia che si tratti di vendite che di affitti e noleggi, dovranno comunicare all’Agenzia delle entrate, entro il 31 gennaio 2024, i dati di chi abbia fatto affari in rete e gli importi.

Tali dati serviranno a verificare che chi fa affitti o vendite abbia dichiarato i giusti compensi ottenuti nel 2023. L’obbligo riguarderà, entro la fine di questo mese, le piattaforme residenti in Italia per la comunicazione degli affari conclusi, mentre il 29 febbraio 2024 scatterà la scadenza del Fisco italiano nella condivisione delle informazioni con le autorità degli altri Paesi dell’Unione europea, in base al Paese di residenza del venditore. A sua volta, l’Italia riceverà le informazioni inerenti i venditori – sia persone fisiche che giuridiche – residenti in Italia.

Affitti brevi, segnalazione all’Agenzia delle entrate 2024: quali operazioni sono escluse?

Non tutte le operazioni di conclusione di affitti brevi o di vendita e noleggio saranno oggetto di comunicazione. Infatti, il decreto legislativo 32 del 2023 ha stabilito alcune regole, anche di esclusione, delle informazioni che dovranno essere oggetto di comunicazione.

In particolare, nel campo degli affitti brevi, rimarranno fuori dalla comunicazione i dati relativi ai grandi fornitori di alloggi del settore del turismo. Il criterio da tenere in considerazione è quello delle oltre duemila attività pertinenti nell’arco dell’intero anno. Per questi operatori, dunque, non scatta l’obbligo di comunicazione in quanto il Fisco desume questi dati già da altri flussi di informazioni.

Per chi fa vendite on line, invece, il criterio di esclusione dal campo di comunicazione è rappresentato dal numero delle operazioni. Chi fa meno di 30 operazioni all’anno non è soggetto a segnalazione di pertinenza; ulteriore criterio di esclusione è quello di un accredito totale nel 2023 non eccedente la somma di 2.000 euro.

Comunicazioni da parte delle piattaforme

Interessati alle comunicazioni sono le piattaforme informatiche che favoriscono l’incontro tra la domanda e l’offerta di prodotti, servizi, affitti e noleggi. Alcuni operatori potrebbero ricevere, nelle prossime settimane, una comunicazione da parte della piattaforma di trasmissione delle informazioni relative ad operazioni effettuate nell’anno 2023. È stato così, ad esempio, per Airbnb che, nelle scorse settimane, ha inviato agli host presenti in alcuni Stati dell’Unione europea, la comunicazione relativa alla trasmissione dei dati inerenti gli obblighi comunicativi della direttiva europea Dac7.

A tal proposito, Airbnb richiedeva alcuni dati catastali degli immobili che erano stati concessi in locazione da parte degli host italiani. Inoltre, nel caso degli affitti brevi, per le piattaforme si prevede un anno di grande collaborazione con il Fisco per via dell’aumento della cedolare secca dal 21% al 26%. Le piattaforme dovranno assumere le vesti di sostituto d’imposta per la nuova cedolare secca.