Assegno di inclusione 2024, nella domanda di presa in carico da parte dei servizi sociali e sanitari è necessario far riferimento alle situazioni elencate nel decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali numero 160 del 29 dicembre 2023.? Con qualche giorno di attesa rispetto al termine iniziale di invio della domanda del nuovo Reddito di cittadinanza (decorrente dal 18 dicembre 2023), il ministero fornisce dunque le circostanze che possono far beneficiare dell’indennità mensile per le famiglie disagiate.
A tal proposito, proprio in queste ore il ministero del Lavoro ha aggiornato le linee guida sulla misura, con la risposta al quesito se nella domanda di Assegno di inclusione (Adi) sia sufficiente indicare il protocollo e la presa in carico da parte dei servizi sociali in corso di fruizione del Reddito di cittadinanza per essere ricompresi tra le categorie in condizioni di svantaggio.
Assegno di inclusione 2024, quali sono le situazioni di presa in carico dei servizi sociali per chi invia la domanda?
Alcuni dubbi sulla domanda dell’Assegno di inclusione (Adi) del 2024 sono stati risolti dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con l’aggiornamento delle linee guida. In particolare, proprio in queste ore è stata data risposta al quesito in merito al quale nell’istanza dell’Adi sia sufficiente indicare il protocollo e la presa in carico da parte dei servizi sociali in corso di fruizione del Reddito di cittadinanza. Tali indicazioni servirebbero, dunque, a essere ricompresi anche tra i beneficiari del nuovo Assegno di inclusione.
A tal proposito, il ministero del Lavoro conferma che il protocollo e la data di avvio del percorso di presa in carico da parte dei servizi sociali durante la fruizione del Reddito di cittadinanza non rilevano, di per sé, per la domanda dell’Assegno di inclusione e la segnalazione di componenti della famiglia in situazioni di svantaggio.
Tali situazioni sono previste dal comma 5, dell’articolo 3, del decreto del ministero del Lavoro del 13 dicembre 2023, tra i componenti inseriti in programmi di cura e di assistenza dei servizi sociali e sanitari del territorio, certificati dalle amministrazioni pubbliche.
Assegno inclusione, ecco l’elenco delle situazioni dei servizi sociali
Il ministero del Lavoro specifica di aver firmato il decreto numero 160 del 29 dicembre 2023, all’interno del quale si trovano le Linee di indirizzo relative alle persone prese in carico dai servizi sociali e in condizioni di svantaggio, cosi come definite dal decreto ministeriale numero 154 del 13 dicembre 2023.
Le linee di indirizzo, dunque, forniscono una prima trattazione degli elementi fondanti la presa in carico sociale integrata e il progetto personalizzato, rivolti alle persone in condizioni di svantaggio come, ad esempio:
- persone con disturbi mentali in carico ai servizi sociosanitari;
- persone in carico ai servizi sociosanitari o sociali e persone con certificata disabilità fisica, psichica e sensoriale non inferiore al 46 per cento;
- persone con problematiche connesse a dipendenze patologiche, compresa la dipendenza da alcool o da gioco, inseriti in programmi di riabilitazione;
- persone vittime di tratta;
- persone vittime di violenza di genere;
- persone ex detenute, definite svantaggiate;
- persone con fragilità sociali e inserite in strutture di accoglienza o in programmi di intervento in emergenza alloggiativa;
- persone senza dimora.
Ex Reddito di cittadinanza, va bene la vecchia certificazione per la domanda di Adi?
L’individuazione della categoria di svantaggio e di presa in carico da parte dei servizi sociali e assistenziali rappresenta, secondo le finalità delle Linee di indirizzo del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, un primo elemento personalizzato al fine di garantire la corretta collocazione degli interessati all’interno di una o di più categorie svantaggiate.
Pertanto, la presa in carico da parte delle strutture sociali, a valle dell’analisi preliminare dei beneficiari del Reddito di cittadinanza che si sia conclusa con esito diverso dall’invio ai centri per l’impiego, non può essere equiparata all’inserimento di cura e di assistenza da parte dei servizi sociali e sanitari certificati per poter accedere alla nuova indennità dell’Assegno di inclusione.