Il calciomercato e gli effetti dello stop al decreto Crescita – 1° gennaio, nuovo anno, calciomercato invernale pronto ad aprire ufficialmente i battenti, ma anche tempo di nuove regole. Perché il mondo del calcio deve fare i conti con lo stop ufficiale del Decreto Crescita: i club di Serie A non potranno più usufruire dei benefici fiscali che hanno agevolato l’arrivo del nostro campionato di calciatori e allenatori che nel biennio precedente hanno lavorato all’estero. Se fino alla scorsa estate questa norma ha favorito l’arrivo in Italia di calciatori come Lukaku alla Roma, Weah alla Juve, Loftus-Cheek e Pulisic al Milan e Thuram all’Inter – giusto per fare qualche nome – adesso l’abolizione della stessa rischia di trasformarsi in un pericolosissimo boomerang per i nostri club in sede di calciomercato.

Effetto boomerang

Ma come cambia il calciomercato senza Decreto Crescita? Le prime ripercussioni si vedranno già a gennaio. Per convincere un calciatore che gioca all’estero a trasferirsi Italia (a parità di ingaggio netto) ci vorranno più soldi per i club, visto che l’aliquota sulle tasse da pagare sarà per tutti al 43%. Un esempio pratico? Per gli acquisti estivi il Milan ha a bilancio un monte ingaggi di 67.3 milioni: un costo che senza Decreto Crescita aumenta a ben 89.8 milioni.

Senza Decreto Crescita sarà dunque un calcio italiano decisamente più povero e di conseguenza meno competitivo. Normale dunque pensare che i nostri top club siano costretti a cambiare strategia in sede di trattative a gennaio e più ancora a giugno. Altro esempio concreto: la Roma – uno dei club che maggiormente ha tratto benefici in passato dal Decreto Crescita – dovrà valutare bene se provare a trattenere Lukaku anche per la prossima stagione, visto che l’attaccante belga è approdato in giallorosso anche grazie alla tassazione agevolata sul suo oneroso ingaggio. Una trattativa dunque che già si annuncia molto più complessa rispetto a quella di 6 mesi fa.

“Scippi” futuri e impatti immediati del Decreto Crescita sul calciomercato

Da gennaio 2024 la nostra sarà dunque una Serie A più povera e sicuramente maggiormente esposta ai possibili “scippi” dai club esteri sul mercato, visto che per sistemare i (nuovi) conti alcuni dei nostri club potrebbero essere costretti a vendere qualcuno dei propri prezzi pregiati. Con l’Arabia sempre molto interessata… tra i calciatori che maggiormente piacciono all’estero c’è ovviamente Ciro Immobile della Lazio, già la scorsa estate tentato dalla corte (comunque respinta) dei club arabi.

Attenzione poi alle evoluzioni in casa Milan, club che la scorsa estate ha acquistato tanti giocatori dall’estero usufruendo dei benefici fiscali oggi scomparsi: trattenere i big in estate potrebbe essere decisamente più complicato. Ma già a gennaio lo stop del Decreto Crescita potrebbe influire sulle strategie di mercato del club rossonero: il Milan infatti era uno dei club maggiormente interessato a Serhou Guirassy dello Stoccarda ed era pronto a offrire uno stipendio molto importante per strapparlo alla concorrenza dei club di Premier. Adesso però senza i benefit fiscali sarà molto più complicato proporre stipendi da 4-5 milioni di euro e questo vale per il Milan, così per tutti gli altri club immediati.