L’Epifania, celebrata il 6 gennaio in Italia e nelle Chiese occidentali, chiude il periodo natalizio secondo la tradizione cristiana. Tuttavia, nelle Chiese orientali, che osservano il calendario giuliano, cade il 19 gennaio.

Come è nata l’Epifania?

Il primo riferimento cristiano all’Epifania è attribuito a Tito Flavio Clemente d’Alessandria, menzionando le comunità cristiane che commemoravano il battesimo di Gesù Cristo come la “manifestazione del Signore al mondo”. Inizialmente, l’Epifania era collegata ai tre eventi rivelatori: l’adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù adulto nel fiume Giordano e il primo miracolo a Cana.

In passato, i primi cristiani di Gerusalemme celebravano il Natale il 6 gennaio. Successivamente, Giovanni Crisostomo stabilì il Natale il 25 dicembre, mentre San Epifanio di Salamina continuò a considerare il 6 gennaio come la festa del battesimo di Gesù.

Ancora oggi, nella tradizione cattolica, il 6 gennaio commemora l’adorazione dei Magi a Betlemme, mentre il battesimo di Gesù viene celebrato la domenica successiva. Nonostante sia stata una festività civile in Italia, è stata rimossa dai giorni festivi nel 1978, ma è stata poi ripristinata nel 1985 tramite decreto del presidente della Repubblica.

Perché si chiama Epifania?

Il termine “epifania”, derivante dal greco antico e significante “apparizione” o “manifestazione”, già era in uso nell’antichità greca per descrivere la rivelazione della divinità. Questa celebrazione, con radici che si allungano nell’era precristiana, era associata anche ai 12 giorni successivi al solstizio d’inverno, legato alla nascita del dio Sole il 25 dicembre.