Il governo di Taiwan vuole scongiurare un possibile attacco o invasione della Cina. Secondo il Guardian, l’amministrazione dell’Isola sta valutando un eventuale adesione alla Corte penale internazionale.

Taiwan potrebbe aderire alla Corte Penale Internazionale per difendersi dalla Cina

In seguito alle parole del presidente della Cina, Xi Jinping, nel suo discorso di fine anno arriva la notizia di una possibile adesione di Taiwan alla Corte penale internazionale. L’adesione del paese consentirebbe ai giudici dell’Aia di indagare e valutare un mandato di arresto nei confronti di Xi Jinping ai sensi di diritto internazionale. La stessa Corte nel mese di marzo aveva emmesso un mandato di arresto per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova per la deportazione forzata di bambini dall’Ucraina.

I sostenitori considerano l’adesione una mossa per aumentare la partecipazione alla comunità internazionale del Paese anche se da sola potrebbe non scoraggiare il leader cinese. Taiwan potrebbe richiedere l’adesione alla Corte e firmare lo Statuto di Roma o potrebbe dichiarare unilateralmente l’accettazione della giurisdizione della Corte. Il problema è che il Paese attualmente non è un membro delle Nazioni Unite ed è riconosciuto solo da 13 stati.

Le parole di Xi jinping

Nel suo discorso di fine anno il presidente cinese aveva ribatido la sua intenzione di “riunificazione” della Cina e Taiwan, definendola inevitabile:

La Cina sarà sicuramente riunificata e tutti i cinesi su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan dovrebbero essere vincolati da un comune senso di scopo e condividere la gloria del ringiovanimento della nazione cinese.

In Taiwan sono previste le elezioni per il 13 gennaio.