Influenza stagionale è record di infezioni proprio a cavallo tra Natale e Capodanno. Un aumento dei casi di pazienti affetti da virus respiratori e influenzali diversi dal Covid, che in parte era stato previsto ed in parte invece è aumentato a causa delle mancate osservazioni delle misure di prevenzione contro il contagio.
Influenza, picco di casi a Capodanno
Influenza, il record assoluto di casi di infezione è previsto proprio per Capodanno. Una tendenza all’aumento del numero dei contagiati che perdura ormai da settimane mettendo in crisi ospedali e pronto soccorso che in alcuni casi non hanno più disponibilità di posti letto per i pazienti.
Un milione di italiani è già a letto con i sintomi tipici del virus respiratorio: febbre, dolori muscolari, mal di gola tosse e raffreddore. In alcuni soggetti in forma particolarmente aggressiva. Con strascichi e conseguenze sul fisico che possono durare anche per un mese.
Quest’anno l’emergenza è particolarmente grave, perchè l’anticipo del picco stagionale che solitamente è previsto per fine gennaio è stato anticipato. Questo ha messo in particolare difficoltà gli studi dei medici di base e i reparti ospedalieri nei quali il periodo delle feste è caratterizzato da ferie meno disponibilità di personale.
Bassetti: “La peggiore stagione di sempre per l’influenza”
Il picco di influenza e virus respiratori si sta verificando proprio in concomitanza dei festeggiamenti per il Capodanno. Per alcuni esperti e virologi, una delle cause dell’aumento delle infezioni è proprio la mancata osservazione delle misure di sicurezza anti contagio, che sono state rispettate per il Covid ma non per altre malattie.
Anche il Ministero aveva avvertito che in caso di sintomi sospetti e soprattutto febbre sarebbe stato meglio rinunciare a pranzi e cene in famiglia. Probabilmente però così non è stato. E la tendenza è in aumento, non solo per l’influenza, ma anche per altri virus respiratori e sindromi parainfluenzali.
Il professore Matteo Bassetti ha sottolineato sui canali social come la pericolosità di questi virus sia stata spesso sottovalutata, a causa della tendenza diffusa di considerare un problema solo il Covid, e questo ha portato a una enorme incidenza dell’influenza: “La peggiore mai vista” come ha dichiarato l’infettivologo in un post su Instagram.
Tamponi Covid negativi hanno aumentato i contagi di virus respiratori
Gli infettivologi avevano avvertito già da tempo sia medici di famiglia che i cittadini a non sottovalutare il problema dell’influenza stagionale pensando invece solo ad escludere l’infezione da Covid. Come ha evidenziato Matteo Bassetti nel suo post su Instagram, la colpa dell’aumento di casi di infezioni da virus respiratori diversi è soprattutto dei cosiddetti “catastrofisti del Covid“.
Cioè quelli che sono andati in giro tranquillamente e hanno affrontato le feste in famiglia e tra amici anche in presenza di sintomi importanti. Tutto ciò perchè, nel post-pandemia si è sviluppata una tendenza comune a credere che solo il Coronavirus sia pericoloso. Quindi una volta fatto il tampone che esclude la positività si prosegue l’attività senza problemi.
E questo è da attribuire in parte anche ai medici che spesso consigliano solo di fare il test, ed in caso di negatività confermano ai pazienti che si può festeggiare. Quindi, l’infettivologo sottolinea il risultato di questo atteggiamento.
“Ecco il risultato: moltissima gente con il virus dell’influenza e con altri virus respiratori è andata in giro raffreddata con la falsa sicurezza del tampone negativo“.
I rischi dell’influenza
Uno degli aspetti da non sottovalutare dell’influenza è che quest’anno il virus se non opportunamente curato può provocare lunghi strascichi e conseguenze sull’apparato respiratorio. I sintomi infatti possono perdurare fino a 4 settimane. Una “Long Flu” con le stesse caratteristiche del “Long Covid”.
Come hanno dimostrato alcuni studi più sono lunghi i periodi di infezione e più sussistono rischi di sviluppare malattie croniche. Inoltre, specialmente quest’anno gli specialisti hanno fatto numerosi appelli per avvertire i pazienti di evitare le cure “fai da te”.
Una mancata diagnosi del virus infatti può aumentare il rischio di sviluppare l’antibiotico resistenza nel caso si curi la malattia con antibiotici. Che in caso di agenti virali non risultano in alcun modo efficaci.