Un talento cristallino con una storia particolare. Nato a L’Avana, a Cuba, Andy Diaz Hernandez nel 2021 ha abbandonato il suo Paese e la sua Nazionale, trovando rifugio a Livorno. Un triplista straordinario, naturalizzato italiano, che è arrivato secondo nella graduatoria mondiale del salto triplo ed ha vinto la Diamond League. Ad aprirgli le porte, cambiandogli la vita, è stata l’Atletica Libertas Unicusano di Livorno e il suo allenatore, Fabrizio Donato. Poi la svolta a febbraio, quando il Consiglio dei ministri gli ha conferito la cittadinanza italiana. Ufficialmente da agosto, Andy potrà gareggiare per l’Italia e per lui è un sogno che si realizza. Ora vuole vincere il più possibile con la maglia azzurra, a partire dalle Olimpiadi di Parigi del 20024. Per fare un punto sulla sua condizione, partendo dalla prima gara indoor di Pamplona, e sulla nuova stagione di Atletica, Andy Diaz è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Atletica, Andy Diaz a Tag24
Si chiude l’anno solare, si apre quello sportivo e non poteva andare meglio il debutto di Andy Diaz Hernandez che in Spagna, a Pamplona, nel salto triplo del Navarra Indoor, supera addirittura le sue aspettative saltando 16,90m in una gara affrontata con la rincorsa ridotta a soli sette passi, dimezzata rispetto a quella completa. Un avvio di stagione che fa ben sperare per il futuro. L’atleta cubano, che da agosto sarà ufficialmente italiano, si sta preparando infatti per arrivare al massimo della forma alle prossime Olimpiadi. A Parigi 2024, Andy vestirà infatti la maglia azzurra e punterà all’oro. Il rammarico, però, resta quello di dover saltare gli Europei casalinghi, in programma a Roma a giugno. Per commentare il momento, fare un bilancio sull’anno che si sta chiudendo e svelare gli obiettivi per la nuova stagione di Atletica, Andy Diaz, della Libertas Unicusano Livorno, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Il 2023 si chiude con il risultato dell’indoor di Pamplona. Ora è tempo di bilanci: sei soddisfatto e cosa ti ha lasciato quest’anno?
“Sono molto soddisfatto perchè quest’anno per me è andato benissimo. E’ la prima volta che mi trovo a gareggiare a dicembre e non pensavo di poter raggiungere un risultato simile. Sono andato in Spagna con l’idea di provare una tecnica diversa e puntavo a saltare 16,50, al massimo 16,70. Invece è andata ancora meglio e con soli 7 appoggi, quando invece sono abituato a farne 15. Mi sono avvicinato tanto al mio indoor personale, e ho superato le mie aspettative”.
Il 2024 è alle porte, quali sono i tuoi obiettivi, cosa ti aspetti?
“Sarà l’anno più importante di tutta la mia carriera. Negli ultimi due anni sono stato sempre nei primi tre posti, dal punto di vista mondiale ed è chiaro che le aspettative sono altissime. Gareggerò per l’Italia alle Olimpiadi e ne sono orgoglioso. Puntiamo a una medaglia ovviamente. Sono scaramantico e non mi voglio esperre, ma è chiaro che il mio obiettivo è quello di raggiungere l’oro”.
Parigi 2024 e la maglia azzurra: cosa rappresenta per te?
“Per me rappresenta tantissimo, non solo come risultato ma come ringraziamento per il Paese che mi ha accolto a braccia aperte. L’Italia pe rme ha fatto tantissimo e mi auguro solo di poter dare il massimo e ricompensare i tifosi con una medaglia alle prossime Olimpiadi. So che posso arrivare sul gradino più alto e battere anche i migliori. Arriverò a Parigi come uno dei favoriti, l’atleta azzurro principale e non voglio deludere nessuno”.
Tuo il record italiano, ma dovrai ancora rinunciare agli Europei di Roma perchè sarai ufficialmente azzurro dal mese di agosto. Sei dispiaciuto?
“Moltissimo, anche perchè si giocheranno in casa nostra. Vincere una medaglia a Roma avrebbe avuto un significato addirittura maggiore. Il record italiano l’ho fatto in casa, ed è stata una soddisfazione enorme per me. Il pubblico mi dà una carica incredibile e vederli così carichi sugli spalti è indescrivibile. Sono uno che si entusiasma per queste cose e per questo mi dispiace ancora di più. L’importante però sarà rappresentare l’Italia alle prossime Olimpiadi, che ha un significato ancora maggiore”.
Come ti senti fisicamente, su cosa devi lavorare di più e in cosa puoi ancora migliorare?
“Fisicamente e mentalmente sto benissimo. Dobbiamo ancora migliorare l’entrata alla pedana, perchè ogni volta che gareggio stacco 30 centimetri indietro e se riuscissi a fare un passo avanti in questo senso potrei raggiungere risultati migliori. Alle Olimpiadi, e se possibile ancora prima, dovrò arrivare più vicino possibile al margine dello stacco per fare una prestazione migliore”.
Hai parlato del pubblico italiano, quanto è importante l’affetto che ti dimostrano i tifosi azzurri?
“Sono un atleta che vive di pubblico, i tifosi mi danno una carica impressionante. Chiedo l’hand clap già dal primo salto, mentre tanti altri cercano la concentrazione in maniera diversa. Quando arrivo in pista e vedo i cartelloni, gli striscioni e i tifosi lì per me mi fomento. Senza il pubblico non penso che riuscirei a fare questi risultati. Mi emoziono ogni volta”.
C’è qualcuno che senti di dover ringraziare?
“Devo ringraziare prima di tutto Fabrizio Donato, che è il mio allenatore, e mi ha aiutato sin dall’inizio sia come atleta che come essere umano. Ma anche a Giannone, il presidente della mia società, la Libertas Unicusano Livorno, che si è fidado di me dal primo momento. E poi ancora il presidente della FIDAL, Mei e il presidente Malagò. Tutti mi hanno aiutato nel percorso, da solo sarebbe stato impossibile. Mi sono sentito appoggiato, aiutato in qualunque problema e passo dopo passo sono andato avanti, arrivando dove sono oggi”.