Pensioni, sarà più difficile uscire in anticipo dal lavoro a partire dal 1° gennaio 2024, secondo quanto prevede la legge di Bilancio del prossimo anno, approvata in via definitiva nella giornata del 29 dicembre 2023. Il traguardo pensionistico peggiora per tutti i contribuenti che possono uscire prima dal lavoro rispetto ai 67 anni previsti per la pensione. Sono richiesti requisiti più difficili da raggiungere, infatti, per l’Ape sociale, l’opzione donna e la quota 103. In alcuni casi si registrano anche decurtazioni dell’assegno.
La legge di Bilancio 2024 interviene anche sui lavoratori ricadenti nel sistema previdenziale contributivo puro, ovvero su chi abbia iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Nuovi vincoli infatti sono assegnati per quanto concerne le pensioni anticipate a 64 anni di età, mentre per la pensione di vecchiaia si allenta il requisito relativo al target di importo da raggiungere rispetto alla pensione sociale.
Pensioni, più difficile uscire in anticipo dal 1° gennaio 2024: ecco i tagli e i requisiti
Pensioni anticipate più lontane a partire dal 1° gennaio 2024, secondo quanto stabilisce la nuova legge di Bilancio, approvata in via definitiva nella giornata di ieri. Peggiorano le condizioni e i requisiti richiesti per l’Ape sociale, dal momento che, nel prossimo anno, l’età minima di uscita sarà di 63 anni e cinque mesi, rispetto ai 63 anni richiesti fino al 31 dicembre 2023. L’età dovrà essere raggiunta entro il 31 dicembre 2024, requisito che ammette, dunque, alla misura chi compia i 63 anni entro massimo la fine del prossimo luglio.
Aumentano i requisiti delle uscite anticipate delle lavoratrici con opzione donna. Per il prossimo anno, infatti, dovrà essere raggiunta l’età minima di 61 anni (rispetto ai 60 anni richiesti nel 2023) e 35 anni di contributi. Per le lavoratrici, occorre provenire da una situazione di svantaggio (disoccupazione, carico di cura di un familiare o parente convivente o disabilità al 74%). L’età di 61 anni (e i 35 anni di contributivi) deve essere raggiunta entro il 31 dicembre 2023. È previsto il ricalcolo del futuro assegno di pensione con il meccanismo previdenziale contributivo puro, con conseguente taglio di una fetta di pensione.
Pensioni, come uscire in anticipo nel 2024 con quota 103
Per il 2024 la legge di Bilancio conferma la quota 103, ma ne prevede tagli e requisiti aggravati. Infatti, chi uscirà con questa misura di pensione, oltre all’età di 62 anni unitamente a 41 anni di contributi maturati, dovrà accettare il ricalcolo della pensione futura con il sistema contributivo puro. Oltre al ricalcolo, poi, la legge di Bilancio 2024 aumenta le finestre mobili di uscita, ovvero il periodo che deve intercorrere tra la maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi e il primo assegno di pensione fruito.
Per i lavoratori del settore privato, la finestra mobile aumenta da 3 a 7 mesi, mentre per quelli del settore pubblico i mesi di attesa sono 9, rispetto ai 6 del 2023. L’importo massimo della pensione non può essere superiore a quattro volte il trattamento minimo, rispetto alle cinque volte previste per il 2023.
Pensione anticipata dei lavoratori del contributivo puro: le condizioni di uscita dal 1° gennaio 2024
Le pensioni anticipate di soli contributi non cambiano i requisiti (rimangono i 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini e i 41 anni e 10 mesi per le donne), mentre cambia l’uscita con i contributi dei lavoratori del sistema previdenziale contributivo puro (lavoratori post 1995). Servirà l’età di 64 anni e 20 anni di contributi, ma la pensione futura deve essere almeno del triplo rispetto alla pensione sociale.
Per le donne con figli questo rapporto cambia e torna a 2,8 per chi ha avuto un figlio e a 2,6 da due figli in su. Anche per questa formula di pensione la legge di Bilancio 2024 introduce un tetto di importo: non si potrà andare oltre alle cinque volte il trattamento minimo.