CryptoNote è un protocollo informatico che ha acquisito grande notorietà nel corso degli ultimi anni. A conferirgliela il fatto di essere stato adottato da Monero, il maggiore esponente delle privacy coin. Ovvero di quelle valute virtuali che si propongono di assicurare livelli di riservatezza tali da approssimarsi all’anonimato.

CryptoNote rivolge i suoi sforzi proprio in questa direzione e per questo è visto con grande diffidenza dalle istituzioni finanziarie. L’Internal Revenue Service degli Stati Uniti, in particolare, ha offerto una taglia a chiunque sia in grado di bypassare le barriere che il protocollo riesce ad erigere a difesa dell’identità dei due lati di una transazione.

CryptoNote: di cosa si tratta

CryptoNote è un protocollo informatico esplicitamente progettato al fine di creare criptovalute all’interno di un network decentralizzato e, soprattutto, anonimo. A idearlo una squadra composta da 7 elementi, di cui però non si conosce l’identità, diretti da Nicolas van Saberhagen, anche in questo caso un semplice alias teso ad impedirne l’identificazione.

Gli aggiornamenti di CryptoNote vanno ormai avanti dal 2013 e hanno un semplice intento: fare in modo che le operazioni che prevedono l’impiego di criptovaluta possano avvenire in un quadro in grado di garantire la massima riservatezza. In particolare, le valute virtuali che si basano su CryptoNote sono capaci di assicurare transazioni sicure e non tracciabili, oltre che scalabili e decentralizzate.

Il problema posto dal protocollo, però, è da ravvisare nel fatto che va a spostare la sua azione sino alla linea di confine tra semplice privacy e anonimato. Una tendenza la quale, naturalmente, preoccupa le autorità preposte all’operato di contrasto verso il riciclaggio di denaro sporco e l’evasione fiscale. Non a caso è stato adottato dalla regina delle privacy coin, Monero, che ne ha fatto il suo principale punto di forza.

Come funziona CryptoNote?

Nelle blockchain classiche, ogni trasferimento di token può essere facilmente verificato facendo leva sul saldo dell’operazione. Questo procedimento, però, è praticamente impossibilitato da CryptoNote, poiché impedisce ogni possibile azione di tracciamento, indipendentemente dal fatto che sia condotta manualmente o utilizzando un programma informatico.

A renderlo impossibile è, in particolare, il meccanismo noto come “ring signature“, il quale visualizza le transazioni effettuate dagli utenti sulla blockchain come se si trattasse di un insieme. Nel calderone indistinto che viene a crearsi, è praticamente impossibile riuscire a ricostruire gli estremi dell’operazione, poiché le firme degli appartenenti al gruppo sono indistinguibili.

CryptoNote prevede poi un meccanismo relativo alla chiave pubblica, quello che consente in pratica la visualizzazione dell’indirizzo su cui sono depositati i fondi. Per farlo viene rivisitato il protocollo di Diffie-Hellmann, con la generazione di chiavi usa e getta, ovvero da utilizzare per una sola operazione.

Il protocollo affronta anche il problema della doppia spesa (double spending), con la raffigurazione delle chiavi private degli utenti grazie ad una funzione di hashing. Un accorgimento il quale rende possibile ad ogni utente il respingimento delle transazioni contrassegnate da un’immagine duplicata.

Quale futuro, per questo protocollo?

Come si può facilmente comprendere, CryptoNote rappresenta un problema di non poco conto per le istituzioni finanziarie e le agenzie statali dedite alla lotta contro l’economia criminale. Non a caso i rapporti sulla sicurezza informatica rilevano l’utilizzo delle privacy coin da parte di un gran numero di persone che intendono far perdere le tracce delle proprie risorse. Denaro che potrebbe nel migliore dei casi essere oggetto di evasione fiscale o, nel peggiore, frutto di attività criminali.

Proprio questa spinta verso l’anonimato ha quindi messo in contrasto privacy coin e governi di ogni parte del globo. Frizioni che hanno spinto un gran numero di exchange a delistare Monero e company dalle proprie contrattazioni. La preoccupazione degli scambi è abbastanza facile da interpretare: temono infatti di entrare a loro volta in attrito con le istituzioni monetarie e di vedersi ritirare la licenza. Proprio per questo è difficile pensare che CryptoNote possa risultare più che un protocollo di nicchia.