Diversi eventi legati a quest’anno e anche agli anni precedenti hanno modellato la mobilità dei migranti nel 2023. L’immigrazione è stata un fenomeno notevole in tutto il mondo. Alcuni paesi hanno adottato misure che favoriscono l’accoglienza, altri hanno optato per politiche volte a restringere gli ingressi.
Da dove vengono i migranti? I dati del 2023
L’emergenza migranti è sempre più presente anche nel 2023. Il numero di rifugiati è raddoppiato rispetto agli anni precedenti. Secondo i dati dell’Unchr, 114 milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie case a causa di conflitti e persecuzioni. A metà del 2023, si contavano 36,4 milioni di rifugiati in tutto il mondo. Da notare, quindi, che oltre la metà degli sfollati non attraversa il confine del loro paese.
L’87 per cento dei migranti proviene da 10 paesi: Siria, Afghanistan, Ucraina, Venezuela, Sud Sudan, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Repubblica Centrafricana. Questi paesi sono straziati da guerre, conflitti interni che continuano da tempo ed eventi climatici disastrosi.
Quali sono le rotte migratorie principali?
Donne, uomini e bambini in cerca di una vita migliore si muovono su quattro rotte migratorie principali:
- La rotta del Mediterraneo orientale: il passaggio utilizzato dai migranti che attraversano Turchia, Egitto e Libia.
- La rotta del Mar Mediterraneo: il passaggio utilizzato per le partenze via mare. Questo insieme di rotte è molto vasto e comprende tratte nel Mar Nero, Mar Egeo e dello stretto della Manica fra Francia e Gran Bretagna.
- La rotta dell’America centrale: il passaggio dal sud verso nord comprende otto paesi, a partire da Panama verso il Messico, per poi raggiungere gli Stati Uniti.
- La rotta del sudest asiatico: la tratta parte dall’Asia occidentale, e da altri paesi collocati nella parte orientale del continente come lo Sri Lanka, il Bangladesh e il Myanmar verso l’Australia.
Dal 2014, circa 4mila persone all’anno muoiono durante i viaggi lungo queste rotte ma è impossibile conoscere i numeri esatti. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), dal 2014 al 2023 sono 59.037 le persone che hanno perso la vita.
La rotta del Mar Mediterraneo è il passaggio via mare più mortale per i migranti. Solo nel 2023 sono morte più di 2mila persone nel Mediterraneo centrale.
Gli eventi più tragici del 2023
Due grandi stragi hanno segnato il 2023 e sono diventate il simbolo dell’inefficacia e della non volontà di costruire politiche migratorie di accoglienza dei Paesi europei. Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 94 persone tra cui 35 bambini hanno perso la vita in seguito ad un naufragio avvenuto a Steccato di Cutro in Calabria. In estate, il 14 giugno, a Pylos nel sud del Peloponneso in Grecia hanno perso la vita più di 500 persone. Oltre al numero tragico di morti, i ritardi nei soccorsi hanno accomunato questi due naufragi.
Secondo i dati l’Oim del 2022, il confine tra Stati Uniti e Messico è la rotta più mortale per i passaggi via terra. L’Organizzazione ha registrato 686 morti e scomparsi. Durante i tentativi di passaggio dei deserti di Sonora e Chihuahuan hanno perso la vita in 307. Questi numeri sembrano diminiuti rispetto all’anno precedente ma questo è legato anche alla mancanza di dati in quelle zone del deserto.
La giungla del Darien
La giungla del Darien situata fra Panama e Colombia sta diventando sempre di più un passaggio per i migranti. Quest’anno sono stati 506mila le persone che hanno tentato la traversata, il doppio del 2022.
La pericolosità delle giungla è moltiplicato dalla presenza di bande criminali. I migranti rischiano rapimenti, violenze e tratte di esseri umani.