“Il giro del mondo in 80 giorni” è uno dei romanzi d’avventura più celebri della letteratura mondiale, opera scritta da Jules Verne nel 1873 e ispirata da fatti realmente accaduti. La narrazione segue le peripezie di due protagonisti: il gentiluomo inglese Phileas Fogg e il suo cameriere francese, Passepartout.

“Il giro del mondo in 80 giorni” è ispirato a una storia vera?

Phileas Fogg è un gentiluomo di impeccabile precisione, abitudini fisse, e apparentemente distaccato nell’esprimere emozioni. La sua vita, ordinata e regolare, sembra essere programmata per non subire alcun cambiamento. Tuttavia, tutto ciò si rivoluzionerà grazie a un’avventura straordinaria, una scommessa da vincere: circumnavigare il globo in 80 giorni.

L’autore Jules Verne sembra suggerire nel suo romanzo che proprio il viaggio è in grado di scatenare profondi cambiamenti. Phileas Fogg decide di scommettere gran parte del suo patrimonio con i membri del Reform Club sull’incredibile sfida di partire e tornare a Londra in ottanta giorni, attraversando continenti come l’Africa, l’Asia e l’America, per infine ritornare in Europa, insieme al suo nuovo domestico, Jean Passepartout, elemento scatenante di molte avventure.

Nonostante Fogg mostri indifferenza verso luoghi e culture incontrati nel suo percorso, il viaggio affrettato lascerà una traccia indelebile nel suo cuore. Mentre lui si concentra sul vincere la scommessa per non perdere il suo patrimonio, i veri viaggiatori risultano essere Passepartout, l’autore Verne stesso e persino il lettore, il quale, con la propria fantasia, si immerge nelle vicende della storia.

Tuttavia, nonostante la sua natura aristocraticamente distante, i chilometri affrontati in fretta lasceranno un’impronta significativa nel suo animo. Il giro del mondo in 80 giorni si rivelerà trasformativo per Fogg, portandolo a scoprire persino il sentimento dell’amore.