Sulle pensioni anticipate arriva il giro di vite della legge di Bilancio 2024 con i nuovi requisiti richiesti dal 1° gennaio prossimo. Aumentano, in particolare, alcune età di uscita – come nel caso dell’opzione donna e dell’Ape sociale – mentre in altre situazioni gli aumenti sono mascherati all’interno delle finestre mobili. Ovvero le finestre di tempo che intercorrono tra la maturazione dei requisiti di pensione con l’effettivo versamento della prima rata dell’Inps.

In particolare, sarà la quota 103, confermata per tutto il 2024, a prevedere finestre mobili in aumento che renderanno la misura poco competitiva rispetto alla pensione anticipata dei soli contributi, distante appena pochi mesi di lavoro in più.

Peraltro, a fronte di un prolungato impegno a lavoro, si riduce l’importo della pensione: sarà cosi, ancora una volta, per quota 103 che prevede il ricalcolo dei versamenti all’Inps mediante il meccanismo contributivo puro, meno conveniente degli altri meccanismi di provenienza dei lavoratori in uscita.

Pensioni anticipate, tutti i nuovi requisiti richiesti dal 1° gennaio 2024

Giro di vita sulle pensioni anticipate con requisiti di uscita peggiorati (dal punto di vista di quanto richiesto) per effetto delle norme della legge di Bilancio 2024, in queste ore all’esame finale del Parlamento. Aumenta il requisito di età minima per uscire con l’Ape sociale. Per l’anticipo pensionistico, infatti, dal 1° gennaio 2024 sarà necessaria l’età minima di 63 anni e 5 mesi, rispetto ai 63 anni di uscita fino al 31 dicembre 2023.

Ciò significa che, per andare in pensione con l’Ape sociale nel 2024, si dovranno compiere i 63 anni al massimo a fine luglio prossimo, per ritrovarsi entro i 63 anni e cinque mesi di fine dicembre 2024, termine del periodo di maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi.

Pensioni anticipate, requisiti 2024 per Ape sociale e opzione donna

Aumenta l’età anche per l’opzione donna. Infatti, dal 1° gennaio 2024 sarà necessario aver l’età di almeno 61 anni per questa misura, da aver maturato (insieme ai 35 anni di contributi) entro il 31 dicembre 2023.

Per le lavoratrici sono necessari anche altri requisiti di disagio economico e sociale, quali la condizione di disoccupazione, carichi di cura verso familiari e parenti conviventi e inabilità al lavoro di almeno il 74%.

Pensione a quota 103, come cambia nel 2024

Pesantemente rivista anche la quota 103 che, dal 1° gennaio 2024, vedrà l’aggravarsi dei requisiti. A fronte dello stesso numero di anni di contributi versati (41 anni) e dell’età minima di 62 anni, per i lavoratori in uscita con questa misura ci saranno da rispettare finestre mobili notevolmente più lunghe.

Si passa dai 3 mesi del 2023 ai 7 mesi del 2024 per i lavoratori del settore privato, ai 9 mesi del 2024 (rispetto ai sei mesi del 2023) dei lavoratori del pubblico impiego. L’aumento del periodo di attesa tra la maturazione dei requisiti della quota 103 e l’effettivo pensionamento non fa altro che far vacillare la convenienza di questa misura rispetto alla pensione anticipata di anzianità contributiva distante, nel caso delle lavoratrici, di 10 mesi (41 anni e 10 mesi di versamenti Inps) ma con una finestra mobile di appena tre mesi.

Quanto conviene andare in pensione nel 2024 con quota 103?

Per i lavoratori in uscita con quota 103 c’è anche da valutare la novità del 2024 relativa al ricalcolo della pensione futura interamente con il sistema previdenziale contributivo (meno conveniente e riservato, in assenza di deroghe, ai lavoratori post 1995).

Per i lavoratori in pensione con quota 103, nel 2024 ci sarà anche un altro tetto relativo alla pensione massima che l’Inps potrà erogare. Infatti, è previsto un tetto di quattro volte il trattamento minimo dell’Inps per un importo di 2.394 euro massimo fino alla maturazione della pensione di vecchiaia, circa 600 euro in meno rispetto al tetto del 2023, quando il limite era di cinque volte il trattamento minimo dell’Inps.