La mancata proroga del Decreto Crescita continua a far discutere. La decisione del Consiglio dei Ministri ha scosso il mondo del calcio italiano e i rispettivi club. Sull’argomento si è espresso anche l’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, che ha parlato ai microfoni di Sky e del TG1. L’ex Juventus ha speso parole molto dure, criticando aspramente la decisione presa. Il Decreto Crescita garantiva sgravi fiscali non indifferenti ai nostri club, che dovranno però farne a meno.
Nel momento in cui il calcio italiano stava risalendo la china a livello mondiale ed europeo, con le tre finali delle coppe europee raggiunte la scorsa stagione, abolire il Decreto Crescita rappresenta un autogol per il mondo del pallone e per il Paese in generale. Anche perché non ne usufruiscono solo i giocatori: ci sono anche allenatori che sono venuti in Italia e hanno avuto agevolazioni fiscali grazie al Decreto.
Decreto Crescita, Marotta: “Ora bisognerà trovare degli accorgimenti”
Beppe Marotta ha poi approfondito l’argomento a Sky, denunciando il possibile impoverimento del nostro campionato. L’ad dell’Inter ha cercato di dare soluzioni alternative ma non ha potuto fare a meno di manifestare la sua delusione per il Decreto Crescita.
Le agevolazioni fiscali del Decreto Crescita avevano come obiettivo quello di facilitare l’ingresso in Italia di giocatori di qualità. Senza questi calciatori il nostro campionato sarà impoverito, il prodotto ‘Serie A’ ne risentirà e ci sarà anche un minor indotto per lo Stato in termini di tasse. Cosa fare adesso? Bisognerà trovare degli accorgimenti, ma l’abolizione del Decreto Crescita ha prodotto un danno irrimediabile per l’intero sistema calcio.
L’effetto del Decreto Crescita sui talenti italiani
Marotta ha proseguito parlando degli introiti delle squadre italiane e dei riflessi che tale decisione avrà sui vivai e sui giovani talenti del nostro Paese.
Se questo sarà un vantaggio per la Nazionale e i nostri talenti? Assolutamente no, i prodotti italiani non erano svantaggiati dall’arrivo di campioni dall’estero e anzi avere giocatori forti con cui allenarsi permetteva loro di crescere. Questa decisione di abolire il Decreto non porterà nessun vantaggio al nostro calcio.