Hai mai sperimentato un desiderio irresistibile di mangiare ghiaccio, carta, sabbia o sapone? Se è sì, allora potresti essere affetto da picacismo. Questo particolare disturbo alimentare porta le persone a ingerire sostanze non nutritive, e comprendere appieno in cosa consiste questa condizione, è il primo passo per affrontarla.

Scopri cos’è il picacismo, le sue caratteristiche, le possibili cause e come gestire questa condizione.

Cos’è il picacismo

Il picacismo è una sindrome che porta, chi ne soffre, ad avere un desiderio irrefrenabile di mangiare terra, sabbia, carta, tessuti, sapone. Questa sindrome, di solito, si presenta durante l’infanzia, ma in momenti di particolare tensione, può manifestarsi anche in età adulta.

A differenza dell’anoressia, della bulimia e delle abbuffate, il picacismo consiste nell’ingurgitare cose immangiabili o addirittura disgustose, come sabbia, vernice, capelli, sapone, ghiaccio, amido, malta o carta.

Il picacismo è un disturbo nutrizionale qualitativo. Mentre la bulimia, l’anoressia e le abbuffate sono disturbi nutrizionali quantitativi.

Il picacismo colpisce soprattutto i bambini piccoli ed è rara negli adulti. Le donne, di solito, sono colpite più degli uomini.

Quali sono le cause del picacismo

Questa sindrome è associata a molteplici cause. I bambini che ne soffrono, dimostrano anche altri sintomi come:

  • intelligenza ridotta
  • stress psicosociale
  • disturbi della relazione madre-bambino

Questo comportamento si aggrava quando i bambini crescono in un ambiente con poche stimolazioni e si annoiano.

Come si manifesta il picacismo negli adulti

Sono soprattutto le donne incinte a soffrire di questa sindrome. Le donne colpite mangiano particolarmente spesso argilla e ghiaccio.

Attualmente non si sa molto delle cause di questa sindrome negli adulti e non è stata nemmeno dimostrata la predisposizione ereditaria.

Quali sono i sintomi del picacismo

Il sintomo principale del picacismo è che le persone colpite consumano sostanze che in realtà non sono adatte al consumo. Chi ne soffre, di solito, mangia queste cose di nascosto e se ne vergogna. Solo una piccola percentuale riesce a mangiare davanti agli altri, in modo del tutto naturale.

Alcune sostanze sono consumate frequentemente dalle persone affette da picacismo, sono:

  • Argilla e suolo (geofagia)
  • Ghiaccio (pagofagia)
  • Amido (amilofagia)
  • Materia fecale (coprofagia)
  • Capelli (tricofagia)
  • Legno/carta (xilofagia)
  • Gesso
  • Vernice.

Quali sono i pericoli del picacismo

I rischi più gravi del picacismo sono: avvelenamento, lesioni al tratto digestivo (da oggetti appuntiti o taglienti), ostruzione intestinale o malnutrizione. Anche le infezioni causate da parassiti o tenia sono una possibile conseguenza.

Come si diagnostica il picacismo

La diagnosi viene fatta da uno psichiatra, psicoterapeuta, pedagogista, psicologo infantile o medico di medicina generale.

Viene fatta un’anamnesi dettagliata, il che significa un colloquio con la persona colpita o, nel caso di bambini piccoli o persone con disabilità mentale, con un genitore.

Come si cura il picacismo

Il trattamento adeguato, di solito, è una combinazione di trattamento farmacologico e psicoterapeutico. Questo è volto a tentare di combattere questa sindrome.

Ma la cura riguarda anche il fisico, perché la persona colpita di solito presenta malnutrizione o carenze nutrizionali.

Se la persona colpita ha ingerito oggetti indigeribili, sono necessarie procedure di imaging come l’ esame radiografico. Anche mangiare i peli (tricofagia) è potenzialmente pericoloso perché spesso si formano palline indigeribili nell’intestino. Questi sono visibili solo sulla radiografia con mezzo di contrasto.

I trattamenti di cura scelti dipendono dall’età della persona colpita, dalla gravità e dalla causa dei sintomi.

Lo scopo della terapia psicologica cognitivo-comportamentale è che la persona colpita impari che quelle cose non vanno mangiate e abbandoni queste abituduni.

Nel caso di situazioni di malattie psicologiche o concomitanti come depressione, schizofrenia o demenza, è importante che queste malattie siano trattate con la psicoterapia e, se necessario, con i farmaci.

I moderni antidepressivi (iniziatori della ricaptazione della serotonina) hanno un effetto molto positivo sul picacismo e, affiancata da psicoterapia, portano ad ottimi risultati.

Se le cose mangiate rappresentano un pericolo per se stesse (per esempio chiodi), la persona colpita viene solitamente ricoperta in ospedale.

D’intesa con il tuo medico curante o con il tuo psichiatra, puoi contrastare in modo mirato gravi carenze nutrizionali con integratori alimentari. In questo modo potrai prevenire i sintomi di carenza fisica classici del picacismo.