Alla fine è arrivato il tanto atteso decreto ad hoc relativo al superbonus e alle novità che faranno mantenere il 110% a specifici contribuenti. Il governo non lascerà soli i committenti che si trovino nelle fasce di reddito più basse e che non riusciranno a portare a termine i lavori agevolati dal bonus 110% entro il 31 dicembre 2023. Per tutti questi soggetti, si allargherà lo strumento del quoziente di reddito familiare, come già attualmente in funzione dal 1° gennaio 2023 per il superbonus 90%.

Ma per sfruttare il nuovo strumento in arrivo con il decreto ad hoc occorrerà aver raggiunto un certo stato di avanzamento dei lavori (Sal) di efficientamento energetico e di ristrutturazione. In arrivo anche la stretta sul bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche e sulle aree di intervento per ridurre il rischio sismico.

Superbonus, le novità in arrivo: ecco chi mantiene il 110%

Arriva il decreto che aiuterà i committenti e i condomini a completare i lavori del superbonus 110%. Nel Consiglio dei ministri di ieri, 28 dicembre 2023, è stato rispolverato l’elemento soggettivo di chi effettua i lavori in superbonus, ovvero i committenti. Per avere più tempo e portare a termine i lavori, è necessario avere un quoziente familiare di reddito entro i 15mila euro. Lo stesso meccanismo è previsto per il superbonus 90%, ovvero per i lavori iniziati dal 1° gennaio 2023. Ulteriore requisito necessario alla proroga è lo stato di avanzamento dei lavori (Sal). Per ottenere la proroga è necessario aver raggiunto almeno il 60 per cento di Sal.

A queste condizioni, il superbonus potrà continuare ad agevolare le spese al 110% rispetto al 70% di bonus spettante sulle spese sostenute dal 1° gennaio fino al 31 ottobre 2024. Per il finanziamento della differenza, è previsto che il governo stanzi risorse per il Fondo indigenti, il meccanismo che, ad ottobre scorso, ha permesso ai committenti di recuperare fino al 10% di spese sostenute per coprire lo scarto tra il 110% del 2022 e il 90% del 2023.

Superbonus chi mantiene 110%, quale stato di avanzamento dei lavori?

Ad oggi, le novità sul superbonus riguardano essenzialmente i condomini, il motore che sta portando avanti il conto degli investimenti in superbonus. Al 31 dicembre 2023 mancano all’appello ancora la chiusura di circa 30mila cantieri di condomini, per un valore degli interventi che si aggira sui 13 miliardi di euro. Tanti i condomini a rischio di non portare a termine i lavori.

La questione della cessione dei crediti d’imposta con il blocco del decreto 11 del 2023, dal lato delle imprese a corto di liquidità, e l’abbassamento delle aliquote di sconto per i committenti, hanno determinato una fase di stallo dalla quale tutti gli operatori coinvolti fanno fatica ad uscire. Da qui, l’emergere di contenziosi tra condomini e imprese che potrebbero abbondare già all’inizio del prossimo anno.

Bonus 110%, arriva la norma che salva cessione crediti e sconto in fattura

Da questo punto di vista, quindi, il decreto ad hoc del governo prevede una norma “salva liti” del superbonus. Tutti gli operatori che abbiano già utilizzato il bonus sulle spese effettuate – ad esempio, esercitando la cessione dei crediti d’imposta oppure ottenendo lo sconto in fattura – eviteranno il richiamo alla restituzione delle somme da parte dell’Agenzia delle entrate per i cantieri non portati a termine.

La salvaguardia riguarda tutte le spese rientranti nello stato di avanzamento dei lavori di fine 2023. Si eviteranno, in questo modo, sia i contenziosi con l’Agenzia delle entrate che quelli tra condomini e imprese.

Infine, il governo ha escluso la possibilità di agevolare al 110% gli interventi con spese sostenute entro il 12 gennaio 2024 (giorno di trasmissione delle fatture al Servizio di interscambio dell’Agenzia delle entrate) con stato di avanzamento straordinario al 31 dicembre 2023.