ETF Bitcoin: perché se ne parla tanto? Il motivo è da ravvisare nel fatto che se venisse approvato quello spot che vede la presenza di BlackRock, la più grande azienda di gestione patrimoniale al mondo, tra i proponenti, ci potrebbero essere conseguenze a cascata, di grande rilievo.

Conseguenze che sarebbero molto forti, però, anche nel caso in cui la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti optasse per l’ipotesi inversa. Ipotesi ricordata nel corso delle ultime ore da un importante analista, Nate Geraci, che resta comunque al momento la meno probabile.

ETF Bitcoin: di cosa si tratta?

ETF è l’acronimo di Exchange-Traded Fund, ovvero un fondo d’investimento negoziato in Borsa il quale si comporta in modo non dissimile da un’azione. È espressamente progettato al fine di seguire la performance di un particolare bene o di un gruppo di asset, come azioni, materie prime, obbligazioni o valute. Chi investe in ETF, però, gode di un vantaggio di non poco conto: non deve possedere direttamente l’asset cui è esposto.

Un ETF su Bitcoin si fonda sullo stesso principio, concentrandosi esclusivamente su BTC come asset sottostante. Il fatto che chi investe non deve detenere direttamente il token toglie di mezzo una delle maggiori preoccupazioni collegate all’icona inventata da Satoshi Nakamoto. Per detenere le criptovalute e impostarci i propri investimenti, infatti, occorre dotarsi di un wallet, un portafogli elettronico, con tutto ciò che ne consegue a livello tecnologico. Una serie di obblighi i quali spingono molti investitori a tenersi lontani dal mercato crypto, sommandosi alla sua tradizionale volatilità.

Nel caso degli ETF, questo problema non esiste. I Bitcoin su cui si investe sono detenuti dalla società di intermediazione finanziaria cui si aderisce. Società che deve chiedere il permesso alla SEC e soddisfarne i requisiti, molto alti.

Perché si parla tanto di questo ETF?

Alcuni ETF su Bitcoin sono già operanti. Uno di essi, Pro Shares Short Bitcoin, è peraltro l’unico approvato dalla SEC. Questi ETF, però, si limitano a replicare il prezzo dei contratti futures che sono quotati al CME di Chicago. Nel caso di questo ETF, invece si tratta di un prodotto spot. Quelli che sono indicati in questo modo detengono effettivamente BTC.

Proprio questa è la vistosa differenza che spiega il grande interesse dell’opinione pubblica nel corso degli ultimi mesi. La società proponente, infatti, si impegna ad acquistare token, sostenendone in tal modo la quotazione. Considerato che quando si muovono, le grandi aziende come BlackRock lo fanno con tutto il peso di cui sono accreditate, in caso di approvazione della proposta da parte della SEC ci saranno movimenti molto cospicui. Tali da andarsi a riflettere, in definitiva, sul prezzo di Bitcoin.

La crescita dello stesso cui potrebbe dare luogo, peraltro, si andrebbe probabilmente a tradurre in una nuova campagna promozionale a costo zero per l’icona crypto. Un gustoso antipasto a quel quarto halving che è previsto per la prossima primavera e che, secondo alcuni, potrebbe spingerne la quotazione oltre quota 100mila dollari.

Cosa potrebbe accadere in caso di mancata approvazione?

Se in queste ore molti propendono per l’approvazione da parte della SEC, c’è però anche la possibilità che l’autorità di regolamentazione dei mercati possa negare il suo assenso. Ove ciò accadesse quali sarebbero le ricadute sulla quotazione di Bitcoin?

Se in un primo momento la sua quotazione potrebbe risentirne, resterebbe però sullo sfondo proprio l’halving, che è considerato una leva potentissima in tal senso. Basta in effetti vedere l’attenzione con cui i criptofans seguono le cronache ad esso relative per caprine l’importanza. Un’attenzione che è destinata a crescere man mano che ci approssima all’evento.

Inoltre, anche in caso di mancata approvazione o di ritardo della stessa, ipotesi evocata da alcuni analisti nel corso degli ultimi giorni, resta evidente l’interesse della finanza tradizionale nei confronti di BTC. Un interesse il quale potrebbe dare i suoi frutti nel futuro, a prescindere da ciò che accadrà all’inizio di gennaio.