Anche il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini è uno dei milioni di italiani ammalati di Figurine Panini, quelle dei calciatori che dal 1961 vengono raccolte in appositi album. Questa passione la racconta lo stesso governatore in un articolo sul quotidiano Il Riformista in cui confessa che “di album ne ho più di 250, di calciatori italiani e stranieri, parecchi dei quali acquistati ai tempi del liceo recandomi direttamente in azienda, nella mitica sede di via Emilio Po, a Modena, entrando da una porticina laterale che immetteva in un ufficio dove raccoglievano le richieste di edizioni precedenti: soprattutto le collezioni di campionati esteri, o degli Europei, che nei primi anni ’80 iniziavano ad essere distribuite in tante altre nazioni. Mettevo da parte quasi tutte le mie paghette settimanali, e quasi per intero, per poter recarmi in quell’ufficio un paio di volte all’anno e acquistare alcune collezioni incellofanate con dentro la raccolta completa delle figurine”.

Vavoli e Bandoni, numeri 12 di qualità nel calcio di una volta

E continua: “Mica c’erano internet, la rete, i cellulari o il calcio in streaming trasmesso ad ogni ora ogni giorno della settimana! Si sognava ad occhi aperti, grazie alle figurine: sia di campioni sia di carneadi che in tv o sui settimanali vedevi qualche volta, o che ascoltavi nelle radiocronache di Novantesimo minuto o che vedevi sulla Rai la domenica pomeriggio tardi che davano il secondo tempo della partita di cartello o il mercoledì sera nelle coppe europee”. C’è molta nostalgia, contagiosa, in quello che scrive Bonaccini che, come me, ha allenato la memoria sulle Figurine Panini. Si ricorda di un certo Vavoli, portiere di riserva del Verona. Io, di Bandoni, dodicesimo della Fiorentina tricolore del ’68-69.

Stefano Bisi