Notizia clamorosa: dopo il Consiglio dei ministri odierno il mondo del calcio è più triste perché salta la proroga del Decreto Crescita che ha aiutato e non poco le nostre squadre nelle operazioni di calciomercato: acquistando un calciatore dall’estero hanno potuto sfruttare un’agevolazione fiscale atta a farli risparmiare sulle tasse così da potersi permettere di pagare loro degli ingaggi alti.
Calcio, salta la proroga del Decreto Crescita
Lo riporta l’ANSA che descrive come nella seduta odierna un’accesa discussione ha finito per far saltare la proroga che tutti i club italiani si aspettavano proprio alla vigilia della nuova finestra di mercato invernale.
La misura contenuta nella bozze del Decreto “Milleproroghe” non sarà attuata, pertanto dopo quasi tre anni nessuno sgravo fiscale ai fini del calcolo Irpef fino al 50% potrà esserci per i calciatori che arriveranno dall’estero.
Decreto crescita non prorogato: cosa comporta?
Se dunque le società al momento dell’acquisto di un calciatore dall’estero non potrà vedersi tagliare le tasse e nel contempo concentrare maggiormente gli sforzi economici sull’ingaggio vuol dire solo una cosa: scarsa competitività delle squadre della nostra serie A.
La manovra che purtroppo non si concretizzerà andrà ad incidere molto sulle casse di tutte quelle società che cercheranno di allestire la squadra migliore con giocatori migliori perché una squadra migliore e giocatori migliori comportano un esborso economico che non avrà più un ausilio altrettanto economico ammortizzante.
Proroga decreto crescita, esulta il fronte del No
La proroga del Decreto Crescita era di fondamentale importanza per tutti quelli che si era schierati a favore della sua attuazione: tra questi anche la Lega Serie A che nei giorni scorsi aveva chiesto ufficialmente col consenso dei club al Governo di non abrogare il regime fiscale favorevole.
Di contro gli oppositori però possono esultare dopo che la proroga è saltata, tra questi l’Associazione Italiana Calciatori attraverso la posizione del suo presidente Umberto Calcagno.
Anch’egli nei giorni scorsi ha inviato una missiva ai componenti del governo per ribadire fortemente il No alla proroga non tanto per le ragioni economiche che pure sono vantaggiose per i club, soprattutto per tutelare il talento e il patrimonio sportivo rappresentato dai calciatori italiani minacciato dall’ingresso di molti giocatori stranieri.