NEO è stato lanciato nel 2014, quando ancora si chiamava Antshares. Ad avviarlo un team composto da Hongfei e Erik Zhang, intenzionato a bypassare quello che era all’epoca il maggior difetto di Ethereum, la scalabilità. Un intento pienamente riuscito se si pensa che la catena è in grado di processare 10mila transazioni al secondo.

Inoltre, NEO sin dall’inizio si è segnalato per un’altra notevole caratteristica. A differenza di Ethereum, che presuppone l’utilizzo del linguaggio di programmazione Solidity, abilita l’utilizzo ad esempio di C #, VB.Net, Kotlin, F # o Java. Non è quindi richiesto alcuno sforzo aggiuntivo allo sviluppatore per utilizzare la piattaforma.

Dopo tre anni l’azienda ha però voluto ufficializzare la sua volontà di dare vita a qualcosa di completamente nuovo, a partire da un nome che ne evoca il desiderio di innovazione. Il lavoro di sviluppo intrapreso da quel momento è stato estremamente intenso, culminando in N3, che ha segnato una vera e propria rivoluzione.

Grazie ad esso, infatti, NEO è in grado di mixare un gran numero di caratteristiche pregiate. Tra di esse, in particolare l’interoperabilità tra blockchain diverse,lo storage decentralizzato, la gestione delle identità e gli smart contract. In pratica, NEO offre un ventaglio di vantaggi che è quello tipico di Ethereum, Polkadot, Tezos e Filecoin. Tutto in una sola soluzione.

NEO: come è andato nel corso del 2023?

NEO si appresta a salutare l’anno con molti motivi di soddisfazione. La decisione di aggiornare la blockchain con N3 si è rivelata saggia, consegnando a quello che è definito non a torto l’Ethereum cinese nuove frecce per il proprio arco.

Un aggiornamento che si va ad aggiungere alle tante caratteristiche tecnologiche che ormai da tempo hanno attirato l’attenzione di addetti ai lavori e criptofans. A partire dalla presenza sulla blockchain di due coin, NEO e GAS. Se il primo conferisce ai detentori il diritto di partecipare alle decisioni di governo, il secondo può invece essere utilizzato per il pagamento delle commissioni per il propellente necessario.

Per quanto concerne invece il meccanismo di consenso, è stato implementato il Delegated Byzantine Fault Tolerant (dBFT). Un meccanismo il quale affronta il problema dal lato reputazionale, che però non ha evitato al progetto accuse di centralizzazione velata. Anche perché NEO non prevede mining: tutti i coin sono già stati minati e distribuiti.

Le caratteristiche tecnologiche evidenziate da NEO, sono state premiate da una crescita molto intensa del prezzo nel corso del 2023. Se all’inizio dell’anno si aggirava intorno a quota 6,13 dollari, ora è invece attestato a 14,10. Secondo gli analisti, però, potrebbe nelle prossime settimane rompere una importante resistenza a 15 dollari, Ove ciò accadesse, non sarebbe azzardato prevedere una vera e propria bull run.

Le prospettive per il nuovo anno

Dopo un ottimo 2023, NEO si avvicina al nuovo anno con l’intenzione di consolidare la propria posizione. Agevolato in questo intento proprio da livelli tecnologici molto lodati dagli esperti, i quali potrebbero agevolarlo non poco.

Proprio in questa ottica vanno viste alcune importanti novità all’interno del suo ecosistema. A partire dallo sviluppo di una nuova sidechain che sarà compatibile con Ethereum Virtual Machine (EVM). A spingere l’azienda in questa direzione è la necessità di prevenire attacchi MEV e garantire la sicurezza e la privacy degli utenti nel corso delle loro transazioni.

Inoltre, la nuova sidechain è stata progettata per imitare le caratteristiche principali di Neo N3, incluso il meccanismo di consenso dBFT e NeoVM. Questo sviluppo è considerato fondamentale nell’intento di fornire un’esperienza utente fluida all’interno dell’ecosistema Neo.

Come è facile capire, quindi, gli sviluppatori stanno lavorando in maniera molto intensa per dare vita ad un sistema inattaccabile dal punto di vista tecnologico. Proprio questo lavoro dovrebbe tradursi in una impennata del prezzo di NEO nel futuro.