Giorgia Meloni e la sindrome otolitica, un problema serio che ha costretto il presidente del Consiglio a fermarsi bruscamente e annullare all’improvviso tutti i suoi impegni ufficiali e istituzionali. Tra questi c’era la consueta conferenza stampa di fine anno, dove si fa normalmente il bilancio dell’intera stagione e, in qualche modo si spiega il piano per il futuro. Un impegno annullato per ben due volte, il 21 dicembre la prima cancellazione, il 28 la seconda.
Meloni e la sindrome otolitica, lo specialista: “Per questo problema non ci sono terapia farmacologiche ma solo meccaniche”
Qualche buontempone pensava (e sussurrava in giro in modo errato) che la Premier avesse il Covid ma che non volesse dirlo, sempre per quella storia relativa alla vicinanza no-vax e così via, in realtà la leader di Fratelli d’Italia qualcosa aveva, nel senso che bene non stava, ma non era il virus che tanto, ancora adesso, sta girando tra le persone.
Giorgia Meloni si è dovuta fermare per la “sindrome otolitica“, diceva il comunicato di Palazzo Chigi, spiegando in qualche modo di cosa si trattasse, ma era una delucidazione assai scarna e poco approfondita. Ma esattamente cosa è? Tag24 ha chiamato il professore Edoardo Covelli, chirurgo specializzato in otorinolaringoiatria, professore associato all’Università la Sapienza che lavora e opera all’Ospedale Sant’Andrea e ha spiegato in cosa consiste questo problema che sta affliggendo il Presidente del Consiglio: “E’ una labirintopatia, una delle labirintopatie più incidenti. Circa del 90% delle patologie del labirinto è determinata dagli otoliti che sono dei piccoli sassolini che si distaccano al livello dall’orecchio interno e che determinano delle vertigini, come quello di veder girare la stanza di continuo, provocando anche nausea“.
Il professor Covelli: “La sindrome otolitica può verificarsi per veloci movimenti del capo o per mancanza di vitamina D”
E secondo il professor Covelli, ecco come possono manifestarsi queste situazioni che, nonostante non sia una parola e un problema molto conosciuta, è una cosa assai comune: “Assumendo alcune posizioni, si può scatena questa sindrome vertiginosa e come cura non esistono terapia farmacologiche per risolvere il problema, ma solo ed esclusivamente terapie meccaniche, dei e veri e propri movimenti che vengono fatti da specialisti per risolvere il problema e la situazione, effettuando delle manovre liberatorie, e ci sono di diversi tipi, per riposizionare in modo corretto questi sassolini e ristabilire così una condizione di stabilità e normalità“.
Il professore Edoardo Covelli spiega anche che non è proprio un problema di poco conto anzi è assai fastidioso: “Una patologia invalidante dove si verificano delle vertigini e si vede girare la stanza con degli episodi di nausea e vomito. E’ una condizione che va risolta velocemente per non determinare episodi ricorrenti e vertigini legate al movimento della testa. Successivamente alle manovre liberatorie, si tende aspettare una o due giorni di riposo per cercare di ristabilire una condizione di normalità“. Sulle casue, il professore del Sant’Andrea, spiega: “Possono essere molteplici, come movimenti veloci del capo, una carenza di vitamine come la D oppure affaticamenti generali che possono portare questo distacco dei sassolini“