Continuano a far discutere e lo faranno ancora per qualche tempo le frasi decisamente dure del presidente di Cuba Miguel Diaz-Canel nei confronti di Israele, “Stato terrorista che starebbe compiendo un genocidio” a Gaza. Il dibattito è molto acceso soprattutto sui social network, tra chi sostiene le opinioni di Diaz-Canel e chi le critica, contestando la mancanza di libertà nell’isola cubana.

Le parole di Diaz-Canel, presidente di Cuba, su Israele, le critiche social: “Cuba dittatura feroce e oppressiva”

Un intervento molto duro, che sta scatenando reazioni globali altrettanto forti.

Da ieri, i social sono attraversati da un’ondata di affermazioni, opinioni, approfondimenti e immancabili insulti, a seguito delle dichiarazioni del presidente cubano Miguel Diaz-Canel sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza.

Particolarmente nutrita la schiera dei ‘contestatori’ delle parole di Diaz che, sostanzialmente, accusano Cuba di essere una dittatura a tutti gli effetti e di non poter, quindi puntare il dito contro il presunto terrorismo di Israele.

In questo senso, in molti individuano un filo che unisce Cuba e Hamas, paragonando i miliziani al governo dell’isola caraibica accusato, dunque, di terrorismo.

Dalla parte di Cuba e contro l’embargo Usa

In una dinamica tipica dei social media, il dibattito finisce con il riguardare le analisi e le opinioni sulla realtà cubana, dimenticando quasi totalmente la crisi di Gaza che aveva dato origine al discorso.

Un ruolo centrale lo gioca anche il calendario, con una ricorrenza molto importante e ormai prossima: il 65mo anniversario della rivoluzione cubana, che sarà celebrato nel 2024.

C’è, dunque, chi da un lato sottolinea le limitazioni della libertà vissute a Cuba.

E c’è, dall’altro, chi denuncia la difficile situazione economica del Paese, che comunque resiste, nonostante l’embargo imposto all’isola dagli Stati Uniti nel 1962.