Superbonus, in arriva la sanatoria di fine 2023 che salva la misura e i contenziosi tra i condomini e le imprese fornitrici dei lavori, almeno per le fatture già oggetto di sconto. Tra i provvedimenti di fine anno, il governo guidato da Giorgia Meloni dovrebbe varare la misura che consente ai soggetti che hanno già utilizzato il bonus 110% (o 90% per i lavori iniziati nel 2023, senza la proroga del 110%) di non ricevere richieste da parte dell’Agenzia delle entrate circa la restituzione del bonus già usato nel caso in cui i lavori non arrivino a compimento (o a raggiungere le due classi energetiche superiori richieste dal superbonus stesso).
Non vi sarà, invece, la proroga dei lavori come auspicato da Forza Italia, tra i partiti della maggioranza, e dall’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance). Il 110% finirà il 31 dicembre 2023 e i cantieri che non finiranno i lavori entro quella data dovranno accettare l’agevolazione fiscale del 70% sulle nuove spese sostenute dal 1° gennaio 2024.
Superbonus, in arrivo la sanatoria di fine 2023 per le fatture già oggetto di sconto
Sul superbonus 110% è in arrivo la sanatoria di fine 2023 per quanto concerne le fatture che siano state già oggetto di sconto. La misura, che il governo dovrà adottare in uno dei provvedimenti in discussione nella giornata di oggi, 28 dicembre 2023, tra i quali anche il decreto Milleproroghe, consente ai condomini – i principali soggetti che hanno mandato in avanti la domanda dei bonus edilizi negli ultimi mesi – di non dover restituire le somme percepite grazie alle agevolazioni fiscali nel caso in cui i cantieri del superbonus non dovessero arrivare alla conclusione entro la fine dell’anno.
Pertanto, gli sconti in fattura e le cessioni dei crediti d’imposta rimarranno in essere, senza necessità di restituzione.
Superbonus sanatoria fatture sconto 2023: ecco in cosa consiste
La norma si pone come sanatoria rispetto al possibile volume di contenziosi che si prevede possa scaturirne con la fine del superbonus alle percentuali alte dei primi tre anni. Infatti, per molti condomini – che avevano adottato la delibera condominiale entro il 18 novembre 2022 e la Cila entro la fine del 2022 – il salto di percentuale è precipitoso.
Si passa dal 110% del 31 dicembre 2023 al 70% del 1° gennaio 2024, con 40 punti percentuali che dovranno essere coperti dai condomini stessi (o dalle imprese). Nella migliore delle ipotesi, il taglio è dimezzato (dal 90% per i nuovi cantieri non prorogati del 2023 al 70%, ma rappresenta comunque una spesa in più per i cantieri non finiti nei tempi preventivati. Tale costo dovrà essere sostenuto dai condomini o, se si riesce a provare la responsabilità dei ritardi, dalle imprese stesse.
Contenzioso condomini e imprese sul bonus 110% e 90%
La quantità di cantieri che non chiuderanno a fine 2023 sul superbonus è notevole. Se ne stimano 25mila in tutta Italia, per un volume di lavori di 13 miliardi di euro circa. Forza Italia e Ance spingono per una proroga almeno fino al 31 marzo 2024, ma il governo sembrerebbe deciso nel concedere il suo 70% dal 1° gennaio 2024 (che, comunque, comporterà un aumento delle spese).
L’Ance stima che, in caso di proroga, i conti per lo Stato sarebbero di 800 milioni di euro da spalmare per quattro anni (200 milioni dal 2024 al 2027) e di 880 milioni di euro nel caso in cui la proroga fosse di sei mesi.
Proroga bonus edilizi, la situazione nel decreto Milleproroghe: quando esce?
L’unica novità che potrebbe arrivare (probabilmente dal decreto Milleproroghe, in discussione nel Consiglio dei ministri di oggi, 28 dicembre 2023) riguarderebbe l’istituzione di uno stato di avanzamento dei lavori (Sal) straordinario, con data del 31 dicembre 2023.
Il Sal sarebbe accompagnato da una proroga fino al 12 gennaio 2024 delle ultime spese con il bonus 110% o 90%, fino alla trasmissione delle fatture al Sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate.