Il Comune di Napoli ha fatto sapere che si costituirà parte civile nel processo per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, il 18enne morto davanti agli chalet di Mergellina, sul lungomare Napoletano, lo scorso 18 marzo. Del delitto è accusato un 20enne di nome Francesco Pio Valda, figlio di un camorrista morto in un agguato di mafia nel 2013.

Il Comune di Napoli parte civile al processo per l’omicidio di Francesco Pio Maimone

La morte del giovane pizzaiolo è stata un duro colpo per tutta la società civile e per l’intera città, che si è mobilitata affinché tragedie simili non accadano più e che sia posto un freno alla diffusione della violenza, all’uso delle armi tra i giovani, che ha spezzato le vite di tanti figli innocenti della città,

si legge in una nota diramata dal Comune di Napoli, citata da Napoli Today. Il riferimento è a Francesco Pio Maimone, il 18enne morto dopo essere stato colpito da un proiettile sul lungomare napoletano. Era il 18 marzo scorso.

Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, ad esploderlo sarebbe stato il 20enne Francesco Pio Valda, figlio del noto camorrista Ciro. Il suo intento era quello di raggiungere un gruppo di ragazzi con cui i suoi amici avevano avuto degli screzi per futili motivi, appartenenti al Rione Traiano, storico nemico della camorra.

Qualcosa però era andato storto e il colpo aveva raggiunto, per sbaglio, la vittima. Poi il 20enne si era dileguato, venendo incastrato dalle immagini di alcune videocamere di sorveglianza installate vicino alla scena del crimine e dal racconto di diversi testimoni.

Sembra che da minorenne fosse già finito nei guai, venendo riabilitato per meriti sportivi in quanto coach di una squadra di calcio di minori. Maimone invece lavorava come pizzaiolo. Insieme alla sorella e al cognato sognava di poter aprire, un giorno, una pizzeria tutta sua.

Altri sette indagati per la morte del 18enne

Negli attimi immediatamente successivi al fermo del 20enne, i suoi familiari, intercettati dai giornalisti, avevano riferito di credere che Valda fosse innocente e fosse stato incastrato. Successive indagini hanno dimostrato che non solo avrebbe sparato al 18enne, ma che, nel farlo, sarebbe stato anche aiutato.

In sette, nelle scorse settimane, sono stati arrestati perché ritenuti suoi complici. Si tratta di quattro ragazzi e tre ragazze, tra cui figura anche la sorella Giusy. Secondo gli inquirenti avrebbero aiutato Valda a fuggire senza essere visto dopo l’omicidio e poi si sarebbero occupati di disfarsi dell’arma del delitto, mai ritrovata.

Ora il 20enne si trova in carcere. Negli scorsi giorni è stato denunciato perché insieme ad altri detenuti avrebbe girato dei video, pubblicandoli su Tik Tok.

L’omicidio di Giovanbattista Cutolo

A pochi mesi dall’omicidio di Francesco Pio Maimone, la città di Napoli era stata nuovamente toccata da una tragedia. Lo scorso agosto, nei pressi di Piazza del Municipio, il 24enne Giovanbattista Cutolo era stato infatti freddato a colpi di pistola da un 17enne.

Si trovavano entrambi davanti a un locale, quando i loro rispettivi amici avevano iniziato a litigare. Un’amica di Cutolo si era rivolta con fare di rimprovero nei confronti del 17enne, che arrivando aveva fatto una manovra azzardata, finendo contro il suo scooter. Ne era nata una discussione che aveva portato uno degli amici di lui a rovesciare una bustina di maionese in testa a un amico di lei.

Poi erano volati addirittura tavoli e sgabelli. Cutolo si era avvicinato al gruppo “avversario” per chiedere di essere lasciato in pace, quando era stato colpito senza pietà davanti agli occhi della fidanzata e degli amici. Fermato poco dopo i fatti, il ragazzo responsabile aveva confessato di aver avuto paura di lui.

Attualmente si trova nell’istituto penale minorile di Napoli. Due suoi amici, due fratelli, sono indagati per concorso in omicidio e per rissa: il primo gli avrebbe fornito la pistola usata per uccidere il 24enne; il secondo avrebbe provocato e fomentato la rissa preceduta all’agguato mortale.