Pensioni, si può fruire dell’incentivo ‘Fornero’, l’accordo che consente di rimanere a lavoro fino all’età di 71 anni per migliorare la futura pensione. In un periodo storico contrassegnato dal passaggio dal sistema previdenziale “misto” o “retributivo”, al contributivo puro, meno conveniente rispetto ai primi due, nonché dai buchi contributivi che caratterizzano molte delle generazioni di contribuenti più recenti, in soccorso delle pensioni arriva l’incentivo che consente di non uscire dal lavoro alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia, ma di continuare a lavorare per avere una migliore pensione in futuro. 

Tuttavia, l’istituto dell’incentivo “Fornero”, ideato proprio in occasione della riforma delle pensioni del 2011, ha regole ben salde in merito alle condizioni per farne richiesta, in particolare perché si integra con la volontà e il diritto del datore di lavoro di mandare in pensione i dipendenti che abbiano raggiunto i requisiti anagrafici e contributivi previsti per questo passaggio. 

Pensioni, incentivo ‘Fornero’ per rimanere a lavoro fino a 71 anni di età: che cos’è e chi può richiederlo 

Chi è nelle condizioni di andare in pensione di vecchiaia può richiedere al datore di lavoro di permanente ancora qualche anno sul luogo di lavoro per poter accumulare più contributi e avere migliori condizioni accesso al pensionamento. Si tratta dell’”incentivo Fornero”, la facoltà introdotta oltre dieci anni fa per consentire ai lavoratori di arrivare a una pensione più soddisfacente, dal momento che il sistema contributivi puro, al quale appartengono le generazioni che andranno in pensione nei prossimi decenni, sono meno convenienti dei sistemi “misto” e “retributivo” di chi ha lavorato negli anni ’80 e ’90. 

Pensioni incentivo Fornero, quando si può fare domanda e come

L’incentivo Fornero può essere richiesto per un massimo di quattro anni, fino al compimento di 71 anni età, requisito quest’ultimo aggiornato dalla speranza di vita dal momento che, al suo debutto di oltre dieci anni fa, il tetto di età era fissato a 70 anni. L’incentivo, dunque, si configura come la volontà manifestata sia dal lavoratore che dal datore di lavoro, di proseguire il rapporto di lavoro mediante un accordo anche dopo la maturazione dei requisiti della pensione di vecchiaia.

Quest’ultima si raggiunge al compimento di 67 anni di età e di 20 anni di contributi versati. Il tetto del prolungamento del lavoro fino all’età di 71 anni è stato confermato fino a tutto il 2026, anno dopo il quale interverrà un nuovo aggiornamento della speranza di vita, anche per quanto concerne i requisiti della pensione di vecchiaia. 

Andare in pensione a 71 anni, quali possibilità di uscita?

L’”incentivo Fornero” per rimandare la pensione di vecchiaia fino a 71 anni di età è, in ogni modo, un meccanismo sul quale è necessario rispettare le condizioni previste. Infatti, il diritto alla pensione di vecchiaia dà diritto, al datore di lavoro, di licenziare il lavoratore che abbia maturato i requisiti del pensionamento. Pertanto, il datore di lavoro può risolvere liberamente il rapporto di lavoro, anche senza dover fornire una motivazione. 

L’unico limite che la Giurisprudenza riconosce nel diritto del datore di lavoro di risolvere il rapporto è quello della pensione, in particolare quella di vecchiaia. Il fatto che il lavoratore consegua la pensione di vecchiaia è motivo sufficiente per la risoluzione del contratto di lavoro. Non è, altresì, sufficiente che il lavoratore sia in attesa di pensionarsi. La maturazione dei requisiti della pensione di vecchiaia fornisce la libera recedibilità del rapporto di lavoro, dando al datore di lavoro il potere di far cessare, nell’immediato, il contratto di lavoro. 

L’incentivo Fornero non deve essere confuso con la pensione che si raggiunge a 71 anni di età. Questo meccanismo scatta quando non si hanno i 20 anni di contributi a 67 anni per la vecchiaia. In tal caso, infatti, bastano solo cinque anni di contributi versati per arrivare arrivare alla pensione ma rimandando la pensione a 71 anni di età.